venerdì 27 luglio 2007

Quant'è bella giovinezza...

Ahi, l'adolescenza! Che periodo! Dopo averla sofferta in prima persona per un bel po' di anni, la sto vivendo dal lato opposto: quello del genitore oggetto di contestazione. Quando mio figlio non mi risponde, o mi risponde male, o mi lancia provocazioni, o brandisce il suo parere come fosse verità assoluta e incontrovertibile, stimola in me gli istinti peggiori. Allora conto fino a dieci, faccio un respirone e cerco di ricordarmi come si stava dall'altra parte.
E si sta parecchio male.
Per essere sicura di ricordarmi bene mi sono andata a rileggere i miei diari dall'età della scuola media fino ad oltre vent'anni. Quello che emerge è un'infelicità fatta soprattutto di inquietudine, di insicurezza, di oscillazione tra momenti di esaltazione e di euforia e momenti di depressione e malinconia cupa. La sensazione da un lato di essere grandi e di sapersela cavare da soli in qualsiasi situazione e dall'altro la paura profonda e inconfessabile di affrontare il mondo con le proprie forze.
Per chi ha pazienza ecco alcuni brani del periodo dai 16 ai 20 anni:

12/1/1979
In questi giorni ho attraversato e sto attraversando una crisi. In tutti i sensi. Sono stati giorni molto negativi, mi sono sentita a tratti angosciata, triste, nervosa, depressa, poi sembravo risalire e tutto ad un tratto per una sciocchezza ripiombavo giù...

Settembre 1979
... Ma quanto tempo andrò avanti così? Quanto durerà quest'altalena spossante tra tristezza e allegria, gioia e dolore, sicurezza e dubbio, desolazione e sollevamento, angoscia e serenità... Non ne posso più!!! Voglio Stabilità!

Novembre 1979
Ore 14,45. Tristezza nera nello stomaco. Tutto intorno a me contribuisce a dare una sensazione malinconica e triste. E' domenica pomeriggio, guardo fuori dalla finestra: il cielo è grigio, le case grigie, la strada grigia, le colline grigie, una pioggerellina fine cade ininterrottamente. Di là ci sono i miei che si impegnano in cose che a me paiono adesso molto squallide. Nella mia mente c'è ancora il film di ieri sera con Alain Delon: un film molto malinconico con personaggi tristi e decadenti e con finale tragico: lui muore ed ha "la sua prima notte di quiete". Sono immersa nella malinconia fin sopra i capelli. Dopo tutto questa sensazione mi piace: ci cado troppo spesso per non piacermi. Devo dire una cosa: quando sento di essere malinconica e triste, quando sento un dolore dentro, solo allora mi sembra di essere viva, di avere qualcosa da dire agli altri. Mi ricordo una volta che avevo passato una crisi ed ero allegra: come mi sentivo vuota! Mi sembrava di essere un'oca, una stupidella e rimpiangevo quando giorni prima ero malinconica. Perchè è così? Quando soffro mi pare di amare, sì, mi pare di amarmi...
Mi basta un piccolo insignificante gesto per lasciarmi dell'amaro nello stomaco o per infondermi coraggio o per rassicurarmi di qualcosa, insomma per provocare in me una sensazione. La comicità non mi piace quando è basata sulla goffaggine, sono tanto goffa io! Mi piace l'ironia amara.

Marzo 1980
Che brutta sensazione è quella del fallimento! Più brutta della mia compagna malinconia, più brutta della mia amica tristezza. Non viene nemmeno il classico pensiero: "Che ci sto a fare al mondo?" Ma viene solo la rabbia di voler fare e non riuscire, non riuscire, non riuscire...

23/3/80
Che dire? Che raccontarti? Non certo quell'insieme di delusioni e d'angoscia che è raccontare i miei ultimi due giorni. No, se parlo di questo mi sembra di essere avvolta dalle tenebre e vorrei la morte. Non scherzo, so che questa strada mi conduce al desiderio di morire. L'ho già percorsa venerdì sera prima di addormentarmi. Quindi non la voglio imboccare e ne voglio scegliere un'altra....

Giugno 1980
Non so dove ho trovato la forza di cercare foglio e penna. Stasera sono veramente triste: non sopporto niente, non ho voglia di niente. Mi sento pazza, strana, non so. Alla mia mente fluiscono i ricordi di oggi che non vorrei ricordare. Vorrei non aver mai fatto certe cose o vorrei dimenticare. Ma più che altro vorrei non esistere, annullarmi. Penso che se avessi sotto mano della droga la prenderei pur di non pensare, non pensare a niente...
Mi faccio proprio schifo, anzi, mi fa schifo tutto: questa vita che faccio, la famiglia che ho intorno. Basta, basta non ne posso più di questa tristezza, di scrivere così male. Questa pagina non sa di niente e non mi sta servendo neppure come sfogo.

25/6/83
Che vuol dire questo sabato pomeriggio d'estate, così caldo e vuoto? Ha un sapore noto e amaro. Non è malinconia, non è tristezza, non è nostalgia. E' puro squallore, squallore troppo vissuto e sempre invivibile. Mi riporta la mia adolescenza di periferia, la mia adolescenza negli angusti limiti della mia famiglia. Quelle estati senza un amico, senza sentirmi me stessa, nel vuoto più assoluto. Così stasera mi sembra che non sia cambiato niente da allora. Non è cambiato niente?
Non è possibile che tutto ciò che rappresenta la mia crescita, il mio esser donna adulta sia cancellato con un colpo di spugna. Devo trovare qualcosa che mi faccia riavere la mia dimensione. Devo aggrapparmi a qualcosa che non mi faccia vedere che sono ancora qua nella mia squallida periferia, nella mia squallida casa, nella mia squallida famiglia.

13 commenti:

  1. Arte,
    io non ho mai avuto un diario: scrivevo quello che mi passava nella mente su fogli volanti, scrivevo tanto! Ma di tutto quello non resta nulla, purtroppo.
    Restano in me le sensazioni: quel sentirsi pronti ad affrontare la vita, quell'avere una risposta per tutto,pur essendo profondamente confusi,quel sentirsi incompresi e soli, quelle paure. E dall'altra parte c'era il mondo adulto, ancora con i retaggi dell'800, ed io,proiettata nel 2000.Avrei voluto avere genitori come sei tu oggi, mi sono stati negati e sono andata avanti da sola, sbagliando, molto, ma ogni volta ricostruendomi....fino ad oggi.
    Io non ho figli, haimè, ma ho la presunzione di credere che, se li avessi avuti,sarei stata una brava madre, memore di quello che ero stata e di cosa sono diventata. Forse poi non sarebbe stato così...chisà! Tu lo sei di certo...

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  2. penso che queste crisi esistenziali, che ho passato fortemente anch'io in adolescenza, siano le premesse per la ricerca di qualcosa, che ti faccia percepire che esiste un piano più ampio della nostra esistenza,per assurdo penso che siano positive e necessarie per la nostra evoluzione.

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  3. L'adolescenza... una labile cerniera tra l'infanzia e la maturità.. ognuno ci deve passare ed ognuno da qui costruisce i suoi ponti per il proseguo della vita.
    Non ti preoccupare se tuo figlio la pensa diversamente per questo od un'altra questione... l'importante alla fine è che ci sia sempre un dialogo sincero e profondo... mi preoccuperei più se non ti dicesse niente...


    ps. Grazie dei commenti sul mio blog.. le tue opinioni sono molto utili e spero che lo siano anche le mie per te e per chi legge... ;-)
    sPunto

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  4. Cara Artemisia, ti ho letto sul blog di Lorenzo (per inciso, se fai più attenzione, si nota da alcuni particolari e da alcune ingenuità la sua giovine età).
    Io sono nata nel 1964 e constato che abbiamo attraversato crisi analoghe.
    Per quanto bella la giovinezza, ringrazio il tempo che mi ha reso più stabile e un po' meno angosciata.
    Forse la formula perfetta sarebbe, come la trama di un film in uscita, vivere la vita al contrario: nascere vecchi e morire in fasce, così si potrebbe godere pienamente, nella maturità, dei vantaggi e della bellezza della giovinezza!!!
    Ciao
    Vanessa

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  5. Cara Vanessa,
    vorrei vedere che non si vedessero le ingenuita' di Lorenzo! La sua freschezza e' proprio il bello della sua eta'. E' solo che guardando i miei figli e anche i loro amici, mi sembra che Lorenzo sia lontano anni luce da loro. Forse e' piu' vicino a come ero io alla sua eta' in quanto non ero ancora tormentata (e pallosa!) come nei brani del diario che ho riportato.
    Grazie del commento,

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  6. L'adolescenza è stata il periodo peggiore della mia vita (adesso ho 53 anni): ero goffo, sfigato, timidissimo, arrossivo per un nonnulla, mi sentivo non-amato, le ragazze non mi calcolavano, il mio corpo cambiava e non capivo, la mia sessualità richiedeva gesti e affetti che non sapevo nemmeno dove cercare, mi sentivo brutto.
    Poi a quindici anni incontrai Bruna che ne aveva diciannove, ci innamorammo l'uno dell'altra, mi sentii un miracolato. E cominciai ad accettarmi. http://lucianoidefix.typepad.com

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  7. Forse già allora sapevi che avresti aperto un blog... In ogni caso, a tuo parere: è più la sofferenza oppure è più la nostalgia, nel rileggere questi brani?

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  8. Nostalgia no di certo! E' stato il periodo peggiore della mia vita. Tornerei a 20 anni ma non al periodo precedente! E tu?

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  9. Per me è bellissimo poter pensare ad un genitore che conta da uno a dieci prima di rispondere al figlio e pensa a come era lei/lui alla sua età, non è semplice farlo e non è semplice mettere su una pagina Web delle pagine di diario che ti mostrano nel tuo periodo peggiore, quando eri più fragile e come me adesso non capivi molte cose o non volevi accettarlo.
    Questo è segno di grande coraggio e forza di volontà e io ti ammiro per questo.

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  10. Ciao Artemisia, mi sono intenerita per l'adolescente che sei stata, ma la madre che va a ripescare la sua adolescenza per capire il figlio mi piace ancora di più. Sei grande!

    ciaomarina

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  11. Grazie, Firen e Marina. Sono commossa. Certo se si commuovesse anche qualcun altro di famiglia...

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  12. Per ora io l'adolescenza 'me la canto e me la suono' come si dice qui...

    Poi in futuro si vedrà!

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  13. Buon per te, Pandoro. Ma come lo vedi il tuo amico Lorenzo?

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