Sono incapace di convincere gli altri di alcun chè. Non potrei mai fare un mestiere che avesse come compito quello di convincere le persone o a comprare qualcosa o ad associarsi, a fare un abbonamento, ecc. Hanno ragione coloro che affermano che la migliore opposizione all'attuale maggioranza politica è quella di convincere chi l'ha votata che ha fatto una sciocchezza. Sacrosanto, ma il rischio è che, conoscendomi, alla fine sarebbero loro a convincere me!
Questa mia "fragilità" ha il suo lato positivo: sono ricettiva all'entusiasmo altrui. E' facile coinvolgermi nelle passioni. Gli scettici e i cinici (in casa ne ho qualche esempio) non potranno mai capire come è bello farsi contagiare dalle passioni. E' un momento di empatia e di fratellanza quando riesci a condividere l'entusiasmo per qualcosa.
Prendiamo la mia passione per camminare in montagna, per esempio. Per me, bambina nata in periferia di una grande città, "montagna" voleva dire picnic a Monte Morello che i miei genitori e gli zii organizzavano per sfuggire all'afa delle estati fiorentine. Si arrivava con le macchine al bordo del bosco, si piazzavano i tavolini con le seggioline, si tirava fuori le vivande, talvolta si faceva la carne sulla brace, una bella mangiata, un pisolino o una partita a carte mentre noi bambini giocavamo nei pressi finché la temperatura ci permetteva di tornare in città. Questo era l'uso che conoscevo della montagna fino a trent'anni. E' stato mio marito ad insegnarmi che la montagna è un'altra cosa e si può vivere diversamente, si può camminare tra i suoi boschi e sulle sue cime, ascoltare il ruscello o il canto degli uccelli, respirare la sua aria fina, godersi il panorama conquistato con fatica, lontano da quelle scatolette di latta che infestano ovunque. Da quella prima settimana passata sulle Dolomiti con lui nel lontano 1991, la passione per la montagna non mi ha più abbandonata, anzi, si è fatta sempre più grande in me.
Di solito sono i genitori a trasmettere le passioni ai figli. Capita però talvolta anche il contrario. Sono grata a mio figlio piccolo per avermi trasmesso l'entusiasmo per gli animali. Da piccola anch'io volevo un cucciolo come tutti i bambini, ma il mio desiderio, come credo nella maggior parte dei casi, non era amore ma semplicemente voglia di un giocattolo vivo e caldo e niente di più. Invece da mio figlio ho appreso quanto è bello osservare gli animali liberi nel loro ambiente. Da lui ho imparato ad aguzzare la vista e l'udito quando cammino tra i boschi, ho capito che il più piccolo fruscio potrebbe essere la presenza timida e impaurita di un animale. E' lui che mi ha insegnato l'emozione di avvistare un rapace o di scorgere una salamandra o di distinguere nel fango le tracce di un daino da quelle di un cinghiale. Così mi accorgo di essere tra i pochi in ufficio a notare i batticoda che saltellano sul prato o a far caso quando fuori dalla finestra passano gli aironi bianchi e cinerini o alle gallinelle d'acqua che nuotano nel fosso accanto al parcheggio.
Questa mia "fragilità" ha il suo lato positivo: sono ricettiva all'entusiasmo altrui. E' facile coinvolgermi nelle passioni. Gli scettici e i cinici (in casa ne ho qualche esempio) non potranno mai capire come è bello farsi contagiare dalle passioni. E' un momento di empatia e di fratellanza quando riesci a condividere l'entusiasmo per qualcosa.
Prendiamo la mia passione per camminare in montagna, per esempio. Per me, bambina nata in periferia di una grande città, "montagna" voleva dire picnic a Monte Morello che i miei genitori e gli zii organizzavano per sfuggire all'afa delle estati fiorentine. Si arrivava con le macchine al bordo del bosco, si piazzavano i tavolini con le seggioline, si tirava fuori le vivande, talvolta si faceva la carne sulla brace, una bella mangiata, un pisolino o una partita a carte mentre noi bambini giocavamo nei pressi finché la temperatura ci permetteva di tornare in città. Questo era l'uso che conoscevo della montagna fino a trent'anni. E' stato mio marito ad insegnarmi che la montagna è un'altra cosa e si può vivere diversamente, si può camminare tra i suoi boschi e sulle sue cime, ascoltare il ruscello o il canto degli uccelli, respirare la sua aria fina, godersi il panorama conquistato con fatica, lontano da quelle scatolette di latta che infestano ovunque. Da quella prima settimana passata sulle Dolomiti con lui nel lontano 1991, la passione per la montagna non mi ha più abbandonata, anzi, si è fatta sempre più grande in me.
Di solito sono i genitori a trasmettere le passioni ai figli. Capita però talvolta anche il contrario. Sono grata a mio figlio piccolo per avermi trasmesso l'entusiasmo per gli animali. Da piccola anch'io volevo un cucciolo come tutti i bambini, ma il mio desiderio, come credo nella maggior parte dei casi, non era amore ma semplicemente voglia di un giocattolo vivo e caldo e niente di più. Invece da mio figlio ho appreso quanto è bello osservare gli animali liberi nel loro ambiente. Da lui ho imparato ad aguzzare la vista e l'udito quando cammino tra i boschi, ho capito che il più piccolo fruscio potrebbe essere la presenza timida e impaurita di un animale. E' lui che mi ha insegnato l'emozione di avvistare un rapace o di scorgere una salamandra o di distinguere nel fango le tracce di un daino da quelle di un cinghiale. Così mi accorgo di essere tra i pochi in ufficio a notare i batticoda che saltellano sul prato o a far caso quando fuori dalla finestra passano gli aironi bianchi e cinerini o alle gallinelle d'acqua che nuotano nel fosso accanto al parcheggio.
...quanto piu' leggo i tuoi post, tanto piu' il tuo figlio piccolo mi sta simpatico!!!
RispondiEliminaVedo che anche la tua famiglia nonostante la regione diversa aveva le stesse abitudini della mia.
RispondiEliminaMi ricordo quei tempi come un bel periodo e la passione per la montagna a me è nata allora. Non mi accontentavo di giocare nei dintorni degli adulti, io dovevo allontanarmi e cercare un posto in alto dove osservare e dove starmene tranquillo. I miei spesso mi perdevano di vista e quando tornavo mi sgridavano perchè non mi trovavano mai.
In ogni caso è bello asserire ed essere consapevoli di potere essere contagiati, da tutti...da chiunque o quasi perchè è bello condividere e si impara sempre da tutti, da chiunque.
Io trovo splendido lasciarsi contagiare dalla passioni altrui, non rimanere chiusi a ciò che già piace. E' aprirsi ad altre espeienze e si imara, si impara molto anche dai bambini e dai ragazzi perchè spesso i loro entusiasmi, qano non soffocati, sono più veri... E' bellissimo quello che dici. Un'unica cosa: non credo che la destra ti convincerebbe mai di nulla... Bisogna avere un terreno di un certo tipo perchè le passioni altrui attecchiscano e il tuo non è arido... Un abbraccio, Giulia
RispondiEliminaRicordo anch'io con molta nostalgia i picnic della mia infanzia, quando ci si divertiva alla buona insieme ai parenti ed amici. Purtroppo io non posso cogliere il rumore dell'animaletto nascosto o guardare un rapace come fai tu, Artemisia. Io ho paura di tutti gli animali, amo la natura, ma cerco di tenermi lontana dal mondo animale anche se mi piacciono: non riesco a superare questa fobia, in tanti hanno provato... poi si sono arresi.
RispondiEliminaPer quanto riguarda il coinvolgimento e la condivisione, credo che la cosa sia personale: ognuno ha le sue convinzioni e le sue idee. Se si tratta di argomenti a carattere generale l'empatia è stimolante, ma se riguarda ideologie proprie, beh, ad ognuno le sue... mi pare, significherebbe non avere personalità.
A buon intenditor... saluti, Annamaria.
Indubbio, spesso le passioni dei genitori prendono anche i figli, ma ciò che conta è che loro devono essere tanto critici da giudicare, capire, concludere, avere una mentalità aperta e ben ... europea - direi?
RispondiEliminaRino, viaggiando.
Per Giulia e Annamaria: naturalmente scherzavo quando ho scritto che l'elettore di destra finirebbe per convincerebbe me.
RispondiEliminaMa sono davvero preda facile per i venditori, per esempio (non lo dite in giro!). Bisogna che li blocchi subito. Che non li lasci parlare altrimenti, o per stanchezza, o perche' non so dire di no, alla fine acconsento salvo pentirmene subito dopo.
Sei il mio contraltare, a parlare con me i venditori porta a porta o quelli telefonici come minimo scappano diperati. Li lascio parlare ma poi alla fine li stronco.
RispondiEliminaMagari poi vado a cercare in giro e ad informarmi se quello che propongono ha un senso....ma subito su due piedi....MAI !
oh, si...per farsi contagiare dalle passioni è necessario essere aperti ed anche scoperti, indifesi, fragili...umili, e disponibili alla contaminazione, ed anche alla possibilità di rimanere confusi,storditi...attenti, ricettivi, pronti a riscoprire quel residuo istinto animale sepolto sotto tonnellate di conformismi e falsi bisogni.
RispondiEliminaEcco, quel che dovrebbe essere "semplice e naturale" risulta in realtà difficile e faticoso, perchè noi siamo sempre più...nascosti a noi stessi.
Gran bel post:-)
Beato te, Max, che li sai stroncare! Dimenticavo, ben tornato!
RispondiEliminaE ben tornato anche a te, grande Lupo!
Cara Arte,quanto deve essere piacevole avere accanto una donna come te.
RispondiEliminaRicettiva e comunicatrice,entusiasta e entusiasmante.
Cristiana
Cristiana: senti chi parla! :-)
RispondiEliminaIl comune pensiero tende a far credere che siano dolo gli adulti ad impartire passioni ideee e lezioni di vita... nulla di piu' sbagliato dai nostri giovani arriva "la candida percezione del bello". Preziosa e per me insostituibile.
RispondiEliminaun caro saluto
Dona
Ma perchè in ufficio c'è il prato?
RispondiElimina***
Gallinelle d'acqua... In Norvegia c'è una specie di montagna dove le gallinelle d'acqua fanno i loro nidi, a migliaia, e rimangono li e quando passi con la nave li vicino ti volano tutte sopra. Peccato che non sono riuscito a fotografarle. Ho preso solo una maestosissima aquila...
Dona, concordo. Guai agli adulti che si pensano che non ci sia niente da imparare dai ragazzi.
RispondiEliminaPandoro, davanti alla mia finestra c'e' un prato lo puoi vedere su questo post.
Caspita, un'aquila!! Faccela subito vedere!
è bellissimo imparare dai figli, o dai giovani! ma tu sei un'alunna molto recettiva!
RispondiEliminabessissimo post, mi sono sentita ai pic nic sul velino della mia primissima adolescenza
grazie, marina
Grazie, Marina. A proposito, prof, lo sai che sono stata un bel po' a pensare se si dice "recettiva" o "ricettiva"? Stavo quasi per telefonarti per chiedertelo :-)
RispondiEliminaPuoi trovare la foto nel blog :P
RispondiEliminaAnch'io ho sempre avuto questo problema, ma negli ultimi tempi si sta sempre più sgretolando. Forse perché sono sempre più convinto di ciò che affermo e sostengo; o forse perché sono sempre più convinto che le probabilità che la persona con cui sto discutendo sia un'idiota sono talmente alte che non posso darle retta.
RispondiEliminaL'entusiasmo è una bella cosa: io sono cinico e indifferente di natura; nessuno è mai riuscito ad entusiasmarmi come, immagino, tuo figlio. Se esiste un modo, qual è?
Lorenzo
P.S. Sii fiera d'aver un figlio animalista! Dalle mie esperienze personali, ne esistono ben pochi.
Caro Lorenzo, l'avevo capito che tu eri un cinico. Mi dispiace per voi cinici ma e' bello invece entusiasmarsi. E' un po'come lasciarsi andare, un po' come sentirsi un po' piu' vivi. Non so dirti come si fa.
RispondiEliminaComunque un po' di sana diffidenza su quello che le persone ci raccontano non e' male. Ti protegge da chi ti vuole male.
Ciao Artemiasia! Che bello ritrovare le mie stesse esperienze: Monte Morello e anche la montagna vera scoperta più tardi e mai più abbandonata. A me è successo grazie agli scout, ma il risultato è lo stesso e ne sono felice.
RispondiEliminaMi piace le gente che si ferma a guardare i particolari della vita e ne trae felicità. Fa bene all'anima, vero?
Si' certo, Rodocrosite (poi un giorno me lo spieghi questo nickname). Ah, gli scout! Dolente questione...
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