lunedì 12 dicembre 2011

Una stella per l'A.I.L.

Due pomeriggi al banchino dell'A.I.L. a vendere stelle di Natale davanti ad un centro commerciale dell'hinterland. Esperienza interessante. Anche solo osservare l'umanità che entra ed esce da questo posto allucinante. La maggior parte di essa non vi si reca per fare la spesa settimanale (a mio avviso l'unico motivo valido per metterci piede) quanto per incontrare gente, comprare pacchi dono preconfezionati in offerta speciale (risolvendo in modo veloce, asettico e conveniente il problema regali), far scorrazzare i bambini facendo inalare loro l'aria viziata dalla folla oppure passare il pomeriggio tra i banchini di paccottiglia assiepati lungo il corridoio. Mi sbaglierò, ma mi è parso che molti all'uscita avessero l'aria scoglionatissima.
Mentre la domenica la vendita delle piantine è stata più distribuita lungo l'arco del pomeriggio, il sabato è cominciato in modo piuttosto fiacco. Poche stelle vendute e solo ad acquirenti già informati e motivati. Uno di questi, un signore affabile, apprendendo della nostra scarsa raccolta, ci ha consigliato: "Ma voi dovete proporvi! Dovete suggerire!"
Io, novizia, ho guardato la mia compagna: una signora dal sorriso dolcissimo, dai modi materni e dalla lunga esperienza di volontaria ma ancora più timida di me. Così ci siamo fatte coraggio e abbiamo visto con stupore che la cosa funzionava.
"Una stella di Natale per la ricerca contro la leucemia!" Alcuni tirano dritto senza nemmeno guardarti, altri sorridono e ti rispondono con un "No, grazie", molti affermano di "averla già comprata" (vorrei vederle tutte queste case piene di stelle di Natale), ma alcuni si soffermano, si consultano con il marito o con chi li accompagna, si avvicinano titubanti e finiscono per comprarla. Ma con tanto di gazebo con la scritta dell'AIL, tanto di manifesti belli rossi appesi, tanto di spot passati per radio e TV in questi giorni, c'è bisogno di suggerirlo? Ed invece a quanto pare sì. D'altra parte ciò spiega anche perché si spendono tanti soldi in pubblicità.
Tenera una coppia con una bambina neonata che dopo aver scosso la testa fa qualche metro e torna indietro: "Mi scusi," fa la giovane donna, "abbiamo cambiato idea..."
Altri mentre comprano la stella esclamano: "Speriamo gli arrivino! Sa, ci hanno resi così diffidenti!" Una ragazza mi porge una banconota da dieci euro: "L'ho trovata in terra. Non so di chi sia ma è meglio che vada alla vostra associazione."
Esperienza quindi valida anche solo per condividere qualche ora con queste volontarie il più delle quali sono persone che hanno vissuto la perdita di un loro caro alla quale hanno reagito regalando un pezzo di se stesse, donne che basta un accenno alla malattia perchè ti raccontino il loro calvario, persone che a spese loro hanno capito cosa vale davvero più di ogni altra cosa: la vita stessa.

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