mercoledì 7 dicembre 2011

Fari nella nebbia: Piero Calamandrei

Piero Calamandrei è stato per me a lungo solo il nome di una scuola media del mio quartiere, in quanto solo recentemente ho conosciuto questa figura straordinaria. Fiorentino, avvocato, giurista, costituente, partecipò alla Resistenza nelle fila di Giustizia e Libertà.
Giovanni De Luna, lo storico che ha scritto la prefazione all'instant book "Lo Stato siamo noi" ed ospite della puntata di Le Storie dedicata a Calamandrei, spiega che dopo l'ultima guerra il paese andava sì ricostruito dalle macerie, ma anche moralmente su un patto che unisse gli Italiani su comuni valori e non solo su comuni interessi. Fu Calamandrei quindi a proporre i valori di una "religione civile", "religione" in quanto qualcosa che unisce, "civile" perché riguarda la laicità e le nostre istituzioni.
Memorabile il "Discorso sulla Costituzione" che il giurista pronunciò il 26 gennaio 1955 a Milano rivolgendosi agli studenti universitari e delle scuole medie:



Così come indimenticabile è il testo della lapide posta nel Comune di Cuneo ad ignominia del Generale Kesselring, autore di numerosi eccidi nazisti tra i quali quello delle Fosse Ardeatine e di Marzabotto, che aveva avuto l'ardire di sostenere che gli Italiani avrebbero dovuto erigergli un monumento:

Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio dei torturati
più duro d'ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA

Il linguaggio di Piero Calamandrei oggi ci suona retorico ma, come spiega il professor De Luna, quel surplus di retorica era una precisa risposta a quel fenomeno chiamato "desistenza" che c'era sin dagli anni Cinquanta e che mirava a smontare l'epica della guerra di liberazione, a ridimensionare la spinta etica e spontanea dei partigiani, la risposta allo scetticismo del "tanto non cambierà mai nulla", ad una sfiducia nella necessità ed nell'efficacia della partecipazione dal basso. Calamadrei e gli altri costituenti volevano proprio contrastare questa corrente degli apoti, coloro che "non se la bevono", oggi forte ancora più che allora. Proprio per questo c'è bisogno di tenere presenti, come fari nella nebbia, figure come quella del giurista fiorentino.

Sull'altro tema caro a Piero Calamandrei, la scuola, tornerò in un prossimo post.

4 commenti:

  1. Bel post, e memorabile Calamandrei - la lapide Ad Ignominia è anche sulla facciata del municipio di sesto Fiorentino.
    Posso dirti che scrivi davvero, ma davvero bene? Non me lo ricordavo più, sarà la nebbia d'Albione.

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  2. Uè, Heike è vivo e lotta insieme a noi! :-)

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  3. Grazie per questo bellissimo post.
    s.

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  4. quello che è stupefacente è il camaleontismo di certi partiti, che accusano il governo precedente di non aver fatto nulla... dimenticandosi che chi ha generato lo "scalone" di ben 5 anni sulle pensioni, le accise sulla benzina, e l'aumento dell'IVA (tanto per fare degli esempi...)è stato proprio il governo Berlusconi-Bossi.

    il governo monti mi pare solo abbia rincarato la dose, senza nulla togliere a chi già di troppo vive alle nostre spalle !

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