domenica 28 ottobre 2012

Due ore di attesa per un appuntamento

Tormentata da diversi mesi da un'orticaria che va e viene in punti diversi del corpo e che ha visto recentemente un'esplosione, mi viene prescritto, oltre alla cura per superare la fase acuta, una visita allergologica presso un noto ospedale fiorentino.
Telefono e mi invitano a riprovare per il giorno x dalle 14 quando "apriranno le agende per il 2013". Provo a chiamare dall'ufficio per una mezz'oretta ma, come previsto, non c'è modo di prendere la linea.
Rassegnata, inforco lo scooter, sfidando la pioggia, e mi reco all'ospedale. Qui trovo un corridoio affollato di persone in attesa. Ho il numero 134 e stanno ricevendo il numero 79. Sono le 15 passate ma qualcuno, mi dicono, è qui dalle 11 di stamani. Per fortuna, c'è posto a sedere e per fortuna mi sono portata una rivista da leggere.
Dopo due ore di attesa esco con il mio appuntamento: 27 febbraio 2013.
Una ragazza molto innervosita mi dice che nello stesso ambulatorio andando "privatamente" c'è posto tra quindici giorni.
"E quanto costerebbe?" chiedo. "120 Euro. Pensi che con il ticket ed avendo una fascia di reddito non troppo bassa si va comunque a spendere circa 70."
Capisco che la sanità pubblica e completamente gratuita ormai ce la dobbiamo scordare e mi sembra pure giusto, nonostante che abbia pagato il servizio con le tasse, che io debba contribuire al costo di esso, visto che me lo posso permettere. Sono disposta anche a pagare di più se mi garantiscono che chi è più povero di me o chi ha malattie più gravi della mia possa essere curato gratuitamente, velocemente e bene. Sono anche consapevole che in Toscana abbiamo ancora una situazione dignitosa in confronto ad altre parti d'Italia.
Tuttavia ho sempre di più il timore che stiano smantellando pezzo per pezzo, manovra per manovra, senza che noi ce ne rendiamo conto se non quando ne abbiamo bisogno, quella grande conquista sociale che è il Sistema Sanitario Nazionale.
Dobbiamo difenderlo a tutti i costi! Cominciando, per esempio, con il ricordare le grandi conquiste sociali.

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