martedì 26 novembre 2013

Purè di vitelotte

Ad un mercatino di Campagna Amica a Torino ho visto queste patate viola che mi hanno subito incuriosito. Il colore insolito non è dovuto a manipolazioni genetiche, ma alla presenza di antocianine (per intendersi quelle che ci sono nei mirtilli, nella buccia delle melanzane, ecc.) A parte il potere antiossidante e antitumorale che lascia il tempo che trova, personalmente sono molto attratta dai cibi con i colori forti. E poi, essendo insieme a mio figlio tifoso viola, non abbiamo resistito a comprarle. 
Ho scoperto che si chiamano vitelotte, o patate nere (non viola) o patate tartufo, e che si cucinano negli stessi modi delle patate classiche. Il sapore è abbastanza equivalente; la consistenza un po' farinosa le rende adatte a fare gnocchetti. Non avendo voglia nè tempo di farli, le ho provate lesse (mescolate con quelle gialle e un po' di prezzemolo fanno un bell'effetto cromatico), fritte a chip (ad occhi chiusi non le distingui dalle classiche) ed infine in purè, sempre mescolandone qualcuna gialla. Eccolo qua:




Anche in questo caso il sapore non si distingue da un purè di patata classica, però fa molta scena.

3 commenti:

  1. Le avevo gia' provate, ma non sapevo che si chiamassero cosi'. In effetti il sapore e' identico alle patate normali.
    Ho trovato anche delle patatine in sacchetto (molto popolari in Francia) fatte con queste patate.

    Il colore del tuo pure' somiglia molto al colore del Poi, un pure' fatto con il Taro, un tubero tropicale, che e' la base della piuttosto limitata cucina nativa hawaiiana. Il poi pero' ha un sapore decisamente diverso dalla patata, e si mangia raccogliendolo dalla ciotola con due dita (infatti si chiama "two fingah poi")
    :-)

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  2. le patate viola sono una novità del Piemonte , si trovano anche in Ossola e in qualche orto qui nei dintorni ; io non ho ancora provato a piantarle ma comunque sono decisamente belle da vedere !

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