sabato 25 agosto 2018

La cisterna d'acqua, l'arcobaleno e la siepe di lauroceraso. Diario del nostro podere. Quindicesima puntata


Agosto 2018 

Mentre la città bolle nella sua allerta caldo da bollino rosso, qui in campagna almeno si respira, soprattutto la notte, anche se il grazioso termometro a forma di fiore che abbiamo comprato segna sulla terrazza anche 40 gradi il pomeriggio. 
Cerchiamo di innaffiare le nostre piante il più possibile perché non si vede una goccia d'acqua, neanche un temporale estivo. L'hibiscus dai fiori bianchi non ci ha perdonato l'ultima assenza ed è definitivamente seccato. Per fortuna l'altro hibiscus e le bignonie si sono ripresi. Scopro invece che uno dei cespugli di lavanda appare completamente secco. Probabilmente, essendo il primo della fila, ce lo siamo dimenticato durante le innaffiature. 
Aiutare le nostre piante a superare la siccità è il principale compito agricolo di questo periodo. E su questo la grande svolta è la realizzazione di un impianto che pesca dal pozzo che abbiamo scoperto in cantina. Quando finalmente l'idraulico si rende disponibile e lo collega ad una graziosa fontanella nel giardino pensile, la sorpresa più gradita è che, non solo nel pozzo l'acqua c'è, ma si tratta addirittura di una bella cisterna con la volta a botte che occupa la superficie di tutta la cantina e che ha quindi immagazzinata una bella quantità di acqua persino ora a fine estate. Fantastico! La vigorosa pressione della pompa elettrica permette di irrorare persino i due iperici in cima al podere! 

La manutenzione del lungo muro che divide la terrazza dal podere è un classico delle vacanze agostane. Il murales 2016 va restaurato, quello 2017 va protetto mentre per il tratto restante (che si estende lungo tutta la casa) bisogna partire dall'imbiancatura di base sulla quale decidiamo di realizzare un grande arcobaleno di 180 gradi. Il paesaggio apuano realizzato nel 2016 con la spugna dalla mia amica S. purtroppo è completamente cancellato dalle intemperie. Per fortuna la nostra cara S. torna a trovarci e ne realizza una nuova versione più scura e, speriamo, più duratura. Anche a mio figlio minore e alla sua fidanzata chiediamo un contributo pittorico sul murales “albero degli ospiti”. Lui aggiunge così un pitone attorcigliato ad un ramo dell'albero (ispirato al linguaggio informatico su cui ha fatto la tesi) e lei realizza una foglia con dentro un fiore che sembra un po' un cammeo. Speriamo che i primi temporali di agosto (siamo già al 13), benedetti per le nostre piante, ma arrivati quando la vernice non è ancora ben asciutta e soprattutto prima che riuscissimo a dare il protettivo, non abbiano pregiudicato le loro opere. 

Partiti i nostri ospiti, ci concentriamo sulla potatura della lunghissima siepe di lauroceraso che dà sulla strada. R ha già sistemato quella che affaccia sulla terrazza con un drastico dimezzamento. Massacrante il taglio ma anche il trasferimento degli sfalci sul nostro accumulo che sta raggiungendo un'altezza esagerata. Quando siamo a fare l'ultimo terzo, ci viene in mente che non sarebbe male esteticamente lasciare alti un paio di lauri che vengono su belli dritti per dar loro la possibilità di crescere ad albero. Nel campo della nostra vicina infatti c'è un lauroceraso ormai divenuto un bell'albero possente che forse rivela la vera natura della pianta, sempre costretta al nanismo da siepe.

Le mele tipo renette sono sempre piccole ad inizio agosto ma poiché gli uccelli le stanno beccando perché sono belle dolci, decidiamo per la raccolta ricavandone circa 3,5 kg e 11 barattoli di marmellata (nella quale mettiamo però anche qualche mela rotella acerba per fare volume). I nostri tre alberi di mele rotelle ne fanno cadere tante ogni giorno che noi recuperiamo perché valide comunque cotte o nelle torte o per marmellate. Con la fine di agosto (e purtroppo anche delle vacanze), si comincia a raccogliere gli squisiti fichi e persino qualche noce. In attesa dell'autunno, tempo di raccolto, preannunciato dai bei pennacchi dell'erba della Pampas. 

1 commento:

  1. Mi fa molto felice la sua gioia il suo stupore e l amore semplice ma attento che mette nelle sue descrizioni.. Ho abitato al ponte del vegnuti quando era ancora allo stato di quasi rudere. Ricordi bellissimi di estati al fiume e inverni al camino a dipingere...poi andai in Versilia ma l amore x questo territorio mi ci ha riportato.. Come la valle Dell Eden. Se vi vieni ma più te ne andrai.. Grazie

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