Dal mio diario di quando ero bambina:7 gennaio 1971, "Finalmente le vacanze sono finite ed io non mi annoierò per mezza giornata..."
3 gennaio 1978, "...Il mio unico divertimento è a scuola..."
Se non si fosse capito (vedi post "W la squola"), a me piaceva andare a scuola. Sono sempre stata una brava scolara, mai presa un'insufficienza. I miei figli infatti dicono che ero una secchiona. In realtà non studiavo molto perchè apprendevo molto in classe ed avevo un'ottima memoria.
Ma quanto i successi scolastici misurano il valore di una persona?
Mi piacerebbe fare un'indagine in proposito. Sono numerosi i casi di grandi personalità, scienziati, artisti, scrittori, che sono stati studenti mediocri. Vi sono invece ex studenti brillanti che, di fronte alle richieste della vita adulta, non hanno saputo sfruttare le loro capacità. Mi sento di essere una di questi.
I miei genitori non mi hanno stimolato a continuare gli studi oltre il diploma perchè mi hanno indicato come meta un sicuro impiego pubblico e una famiglia. Da parte mia, dopo la maturità, mi sono intestardita a mettere in primo piano l'indipendenza economica rispetto all'università. Dall'altra parte il mio impatto con l'università (Lettere e Filosofia a Firenze) è stato quanto mai demotivante: folla di studenti considerati poco più di numeri, lezioni mediocri, professori mediocri, accoglienza nulla.
La conclusione: vita tranquilla ma banale, lavoro sicuro ma noioso, tutti i comfort, poche emozioni.
Talento sprecato? Come potro' mai scoprirlo!






