mercoledì 28 maggio 2008

Mamma orgogliosa

E' tanto che non vi parlo dei miei gioielli. Dato che sono a corto di idee, oggi ho pensato di annoiarvi un po' parlandone bene una volta tanto. Ieri riflettevo che sono contenta del rapporto che i miei figli hanno con il denaro e mi chiedevo se esso sia dovuto semplicemente al loro carattere o se io e mio marito possiamo vantare qualche merito.
Quando erano molto piccoli erano così poco pazienti che era una sofferenza portarli dove non volevano e quindi anche fare la spesa era un dramma. Mi ricordo che per molto tempo io e mio marito il sabato mattina facevamo i turni: uno a far la spesa e l'altro ai giardini o in ludoteca con loro. Anche quando li trascinavamo recalcitranti per negozi e supermercati non scassavano le balle perché comprassimo loro qualcosa, piuttosto toccavano tutto, cercavano di distruggere il negozio ma non ci facevano mai la fatidica domanda: "Mi compri?".
Per insegnare loro il valore del denaro, abbiamo adottato, già da quando erano alle elementari, la paghetta a punti. Base di partenza: 10 punti = 5 euro la settimana. I punti si aumentano quando si fa lavoretti in casa, gesti generosi verso chiunque (genitori, fratello, amici e parenti), quando ci si offre di aiutare e quando si prendono bei voti (la quotazione dei voti ve la risparmio). Si perdono invece punti a causa di parolacce, rutti, offese ai genitori, danni, brutti voti e note degli insegnanti. A 5 punti la paghetta va a 2,50 euro, da 20 punti in su va a 10 euro.
Insomma per farvela breve, a parte qualche periodo di magra del figlio senior, a causa soprattutto di parolacce e rutti, si sono sempre guadagnati 10 euro grazie soprattutto ai risultati scolastici (quanto a lavoretti e gesti generosi hanno sempre lasciato MOOLTO a desiderare).
In ogni caso sono talmente sobri nei loro acquisti che il senior non ritira la paghetta per settimane (sta depositata in una cassettina con tanto di report) e il figlio junior addirittura mi ha chiesto recentemente di azzerargli i punti perché ha più piacere di ricevere una piccola somma per ciascun bel voto ottenuto.
Terzo e ultimo aspetto riguarda come spendono i soldi a disposizione. Gli unici acquisti "futili" sono figurine e carte; per un certo periodo quelle di calciatori, ultimamente quelle di certi mostri (lo junior). Per il resto ci pagano le ricariche del telefonino, qualche gelato, i palloni da calcio che perdono ai giardini, il senior la pizza quando esce con gli amici, lo junior addirittura ci tiene a pagarsi la tessera annuale della LIPU.
Sarei curiosa di sapere la vostra esperienza come figli e/o come genitori. Come si forma, secondo voi, il senso del valore del denaro? Quanto è innato e quanto acquisito? C'è differenza tra i maschi e le femmine? Per la mia esperienza come figlia rimando al post "Spilorcia o parsimoniosa?"

Foto: a Procida anche le mamme so' piezz'e core

29 commenti:

  1. mi piace il tuo sistema e adesso mi vado a leggere l'altro post per scoprire se eri parsimoniosa o spilorcia
    ciao, marina

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  2. Accidenti che tempismo, Marina! Merito di Google reader?

    Il sistema paghetta a punti e' un po' faticoso ma d'altra parte mio malgrado sono una ragioniera, no?

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  3. Bhè se i risultati sono quelli.. ben venga la paghetta a punti!!
    Non male come idea... da diffondere in giro per migliorare la società!!

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  4. Uhm... non ho pero' capito la differenza tra paghetta a punti e a merito. Cioe', che differenza c'e' dargli dieci punti per arrivare a 10 euro dato che ha preso un bel sette in matematica e ha aiutato la mamma a scopare per terra piuttosto che dargli tre euro per il sette e due per scopare che, aggiunti ai cinque euro di partenza fa comunque dieci euro di paghetta? Se un punto equivale a 50 centesimi, allora che differenza c'e' tra i punti e i soldi? Questo non capisco.

    Com'ero io?
    I miei adottavano un metodo diverso, e penso che era ottimo.
    Io non ho mai ricevuto nessuna paghetta. Per gli acquisti proponevo ai genitori e loro valutavano se era cosa che si poteva fare o no, nel senso che se era cosa che costava troppo dicevano di no (per problemi meramente economici), se invece era cosa diseducativa, immorale o simili mi si spiegava perche' no. A seconda dei periodi della mia vita frignavo, mettevo il muso o capivo il messaggio.
    Questo metodo non mi ha affatto educato al valore dei soldi, ma, secondo me, ha contribuito a formare in me il valore intrinseco delle cose, e aiutato a distinguere tra il valore commerciale e quello etico, aspetti che spesso non vanno di pari passo.
    Ovviamente questo metodo non funziona per diseducare agli atteggiamenti negativi. Se ho imparato a non ruttare non e' stato evidentemente merito di questo metodo. Per quanto riguarda le parolacce, ne uso a dismisura, ma sempre nei contesti giusti, il che mi salva spesso la pelle... insomma, tra amici vado giu' duro, mentre al ricevimento per l'ingresso in societa' della principessa sono meglio di un lord inglese.

    Forte il junior che paga la tessera della lipu. Io gli proporrei di devolvere il cinque per mille a Emergency... ma forse e' ancora un po' prestino.

    Senti un po', ma il mio omonimo e' il senior o il junior?

    ciao
    d

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  5. Oddio,io non sono ragioniera, non mi potrei sottoporre a conti,defalcazioni,aggiunte, ne verrebbe fuori un disastro.
    Sono una spendacciona,mannaggia, ed ho sempre pensato che dipendesse dal fatto che in famiglia mi hanno sempre voluto tenacemente inculcare l'idea del risparmio a tutti i costi.Ma mi guadagno da viveredall'età di 19 anni e sodare il giusto valore alle cose. Ho sposato un uomo che al danaro non dà importanza alcuna, quindi puoi immaginare.Io dico sempre, a mia discolpa, che i soldi mi ripugnano, perciò devo disfarmene subito:-)
    Comunque puoi davvero essere orgogliosa dei tuoi figli.

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  6. @Dario:
    a) tra il meccanismo dei punti o quello del merito la differenza e' solo trovare quale sia piu' agile e meno faticoso. Sfido molti genitori a mettersi a fare i conti e il commento di Anna lo dimostra.


    b)il metodo dei tuoi genitori e' stato ottimo ma francamente io non avrei voglia di discutere ogni singolo acquisto dei miei figli (gia' ci discuto continuamente per altre mille cose) ed inoltre ritengo che sia meglio che imparino a gestire un budjet. E' quello che purtroppo bisogna imparare. Con questo loro sanno benissimo gli acquisti che noi approviamo o no.

    c) quale sia l'omonimo non lo svelo altrimenti addio privacy. Comunque se indaghi nel blog non e' difficile scoprirlo.

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  7. Arte, scusa, non volevo affatto dire che il tuo metodo e' sbagliato.
    I miei pero' ne hanno usato uno diverso, ecco tutto.

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  8. Ci mancherebbe, Dario! Io sono permalosa ma non cosi' tanto! Mai pensato che il tuo fosse un giudizio. "Giusto" o "sbagliato" sono termini poco appropriati in fatto di educazione perche' quello che ho imparato dalla mia modestissima esperienza e' che con i figli qualunque cosa tu faccia non sai mai se stai facendo bene o male finche' non vedi come va a finire.
    Quindi riformulo il pensiero: i tuoi genitori si sono comportati benissimo con te visto il risultato che hanno ottenuto ma io non mi sentirei di fare lo stesso per mancanza di energie.

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  9. Il sistema della paghetta "fissa "con le penalità è fallito miseramente.La grande non si sforzava più cercare di evitare le penalità(dovute soprattutto al comportamento in casa)dicendo che era comunque una misera cifra.Ho inventato un nuovo sistema quello dei "meriti".Ho scritto un tabellario dove ad ogni "buona azione" corrisponde una cifra,ho notato che è stata accolta con maggiore entusiamo,braccio rotto permettendo.Devo dire però che in casa ho anche un terzo incomodo che si chiama marito a cui non hanno insegnato il senso del risparmio,lo capisce solo con i "ricatti" e gli ultimatum della sottoscritta.Che stress!

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  10. Sapevo che avrei toccato un argomento spinoso per te... Sorry :-(

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  11. OH beh, ti rispondo da figlio. :P
    Io ricevo da credo ormai tre anni, 10 euro ogni sabato. Mi bastano per comprarmi la pizza al bar a scuola, cinema, gelati e pizze varie. Alcune volte mi faccio pure la spesa da solo, così sono contento e non litigo con i miei se al supermercato mi hanno preso qualcosa di sbagliato che non volevo. Certo, molte volte quei 10 euro non mi bastano, e i miei genitori mi salvano, ma credo che l'hai capito che mi piace andare per negozi, e non vado quasi mai senza qualche monetina in centro...
    Penso che la paghetta a punti (non era 'patente' una volta? lol) sia sbagliata. Se devo dire qualche parolaccia la dico. Perchè non dovrei essere libero? E poi lo sai, non siamo di certo solo noi ragazzi a dire parolaccie... Non penso sia costruttivo dare in base a come ti comporti o a quello che fai. Boh, sarà perchè sono abituato da anni ad avere ogni sabato 10 euro nelle mie tasche...

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  12. Pandoro, purtroppo il compito dei genitori e' ingrato ma indispensabile e consistere nell'insegnare ai figli le regole che vanno rispettate. Ogni genitore (anzi, ogni coppia) stabilisce quali regole sono importanti e quali meno e quali strumenti usare per raggiungere lo scopo. Non esistono formule infallibili in questo campo.
    Secondo me e mio marito e' importante, tra tante altre cose, che i nostri figli sappiano moderare il linguaggio (con gli amici le parolacce [senza i] si possono usare).
    I tuoi genitori invece hanno deciso di usare altri strumenti educativi, tipo toglierti il computer durante la settimana.
    Sono sempre esperimenti. In base ai risultati si vedra' se sono stati efficaci.

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  13. Non intendevo dire che avete utilizzato metodi inadeguati, però forse, troppo ristretti.

    Però hai ragione. Ognuno conosce ciò che è meglio, e non posso parlare io per i tuoi figli.

    Altro errore scovato... sono proprio un ignorante! :l

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  14. Pando'... dieci euro alla settimana? Ma come cavolo ti fanno a bastare per pizza a scuola, cinema, gelato e pizza con gli amici? Il cinema gia' costa di piu' di 10 euro, mi pare, quindi te lo puoi permettere al massimo una volta ogni due settimane. La pizza te la mangi senza cocacola? Altri sette-otto euro, ma solo se prendi una margherita...

    Boh... io, come dicevo sopra, la paghetta non l'ho mai presa, ma i soldi in tasca ce li avevo sempre, anche se dovevo continuamente renderne conto ai miei.

    Non so fare il genitore, ma penso di aver capito quel che dice Artemisia sulle parolacce. L'importante non e' evitare di dirle, ma, come per molte altre cose, utilizzarle in modo appropriato a seconda delle circostanze. "Cazzo" ad esempio (scusate la parolaccia inappropriata, ma e' solo a scopo dimostrativo) non l'ho mai detto di fronte a mia madre, ne' quand'ero ragazzo ne' ora. Ma sono sicuro che mia madre sa che utilizzavo, ed utilizzo tutt'ora, quella parola con gli amici.

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  15. Cerco sempre di far tornare i conti. Con 10 euro se so che andrò al cinema, mi compro qualche pizzetta in meno, o chiedo i 5 euro del cinema ai miei.

    Comunque noi non diciamo le parolacce davanti ai nostri genitori, come l'esempio che hai riportato tu, ma pure loro le dicono, ma non davanti a noi.

    Paura, vergona reciproca?

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  16. Pandoro, se fai i conti mio figlio senior che ha la tua età riceve esattamente la stessa tua paghetta. L'unica differenza è che lui sa che se si comporta male (ma non con una semplice parolaccia!) se la vede diminuire, tu no.
    Tieni conto che a lui peserebbe molto di più il sequestro di un'ora di computer piuttosto che di una settimana di paghetta. Questione di gusti.

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  17. Pandoro, non credo che sia questione di vergogna reciproca. Forse quella c'e', ma e' l'effetto del condizionamento: io ho vergogna ad usare del turpiloquio con mia madre (anche se ho gia' 43 anni suonati, e mia mamma ne ha 72), sostanzialmente perche' ci sono delle regole non scritte per cui non bisogna farlo. Per ragioni analoghe succede che non parlo di sesso con lei, che la lingua che uso e' il dialetto, e se uso l'italiano i congiuntivi e i condizionati sono banditi. Non devo far violenza su me stesso per adottare questi schemi. Vien da se', perche' ormai e' da sempre che funziona cosi', piaccia o non piaccia. Ed il punto e' proprio questo. Ci sono delle regole "formali" che devono essere adottate per una corretta integrazione nella societa'. Io penso che definire cosa sia "corretta integrazione" sia del tutto opinabile, perche' la giacca e la cravatta per un colloquio di lavoro, ad esempio, non e' un dictat divino, ma semplicemente un assunto di costume. Insoma, se vai a fare un colloquio con jeans e t-shirt con la faccia del Che va a finire che non ti assumono di sicuro, anche se dovessi per caso essere apprezzato dai gusti dell'esaminatore.
    Quindi bisogna imparare queste regole di "linguaggio sociale", che sono diversificate a seconda di chi sia l'"interlocutore", perche' se invece vai in birreria con gli amici vestendo giacca e cravatta finisce che ti prendono per deficente.
    Che il turpiloquio vada bene tra compagni e' cosa che viene imparata da se', ma che bisogni evitarlo con la mamma, be', questo va insegnato, cosi' come va insegnato che non bisogna ruttare eccetera.

    Artemisia, secondo me e' discutibile proprio l'etica del metodo del bastone e la carota.
    Non per paragonare i tuoi figli ai miei cani, ma io ho utilizzato quel metodo per educare la senior (3 anni) e sto utilizzandolo per il junior (3 mesi). In questo modo la senior ha imparato a fare pipi' e pupu' in giardino e non in casa, a grattare la porta quando vuole entrare e uscire ed e' chiusa, a non abbaiare in continuazione, a non saltare sul divano, addirittura a fare evoluzioni a comando ("spin" = un giro intorno a se stessa, "giragira" = un rotolamento sul pavimento, "shake" = stretta di mano...).
    Il punto e' che Maddie non ha imparato perche' bisogna fare pupu' e pipi' in giardino, perche' non bisogna abbaiare o perche' bisogna fare 'sti numeri da circo. Ha solo condizionato il proprio comportamento perche' ha visto che se fa bene si guadagna il croccantino extra e se fa male si prende un buffetto sul naso.

    Ora, io lo so bene che i tuoi figli sono ben piu' intelligenti dei miei cani, ma quel che voglio dire e' che il tuo metodo (che in qualche modo e' analogo al mio) porta a un condizionamento comportamentale, ma non ad una critica etica di esso.
    Il condizionamento e' utilissimo, e guai se non ci fosse (se non ci fosse prima o poi salterei fuori con del turpiloquio davanti a mia madre, o, peggio, davanti all'esaminatore ad un colloquio di lavoro). Ma credo che l'importante sia invece l'analisi etica, che e' quella che poi spingere il tuo junior a insistere per utilizzare la paghetta per pagarsi la tessera della LIPU. Ecco, io questa cosa ai miei cani non riuscirei mai ad insegnarla!

    Se utilizzi il metodo della paghetta a punti per il condizionamento comportamentale, come insegni invece l'aspetto etico della questione? Questo e' cio' che io non sarei in grado di fare come genitore!

    dario

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  18. E invece, caro Dario, il paragone dei ragazzi con i cani e' azzeccatissimo, anzi, leggermente offensivo per i cani, se vuoi! Guarda che non sto scherzando: i bambini sono quanto di piu' animale ci sia! Credimi! Gli puoi fare tutti i discorsi che vuoi ma quello che capiscono subito sono le esigenze della propriia pancia.
    Comunque il punto su cui mi sarebbe piaciuto discutere e' stato leggermente deviato. Non e' questione di come insegnare i valori etici, per i quali secondo me vale soprattutto l'esempio, ma come insegnare a gestire i soldi, cioe' come abituarli al fatto che, purtroppo se vuoi, non piovono dal cielo ma bisogna guadagnarseli. Tutto qui.

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  19. :-) be', Artemisia, mi spiace essere andato fuori tema, ma come al solito (perdonami) io vado a braccio...

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  20. I gemelli sono ancora piccoli per pensare ai soldini, mi fanno sorridere quando ad esempio andiamo a prendere un gelato e uno dei due dice "stasera offro io" e poi di "nascosto" vengono da me a chiedere il soldino per farlo...
    La grande ha 11 anni e non ha mai preso una paghetta, i soldini che prende dalla nonna o in occasione del compleanno li da a me per metterli nel libretto e cosi' e' successo anche con quelli che guadagna ogni anno vendendo i suoi lavoretti con le perline alla festa di paese... per il momento non ha particolari esigenze se non per il materiale scolastico e la ricarica del telefonino che spesso rimane a secco per lungo tempo. Insomma ancora non ci sono particolari richieste ma so che da qui a poco le cose potrebbero ribaltarsi. Io son cresciuta con il senso del risparmio che ahime' nel corso degli anni e' andato un po' perdendosi complice anche la situazione economica in cui una famiglia con tre figli, uno stipendio pieno nella media e uno a part time puo' concedere. Spero di riuscire a passare questo senso anche ai miei figli... in questo settore il padre e' purtoppo assente!
    un caro saluto
    Dona

    Ps. sto pensando di adottare il tuo sistema di paghetta a punti... se non altro per vedere se migliorano i risultati scolastici... ma ho i miei dubbi!!! :-)

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  21. secondo me la paghetta è molto educativa, perchè impari a gestirti.
    Mi lasciano dubbiosa i punti sulle buone azioni, non so, coi soldi non ci sta. Ma non è un giudizio ovviamente, solo un sentimento istintivo.
    Certo in un mondo di spreconi siete stati proprio bravi, è una fortuna essere educati così, io con tutto che sono indipendente dai 20 anni grazie alla mia "bassa propensione al consumo" sono sempre riuscita a fare quello che volevo, università compresa. Anche questa è una forma di libertà, non farsi schiavizzare da bisogni indotti dando ai soldi un valore che non hanno (certe volte pare che se non mostri sei niente) per perseguire i propri personali obiettivi, o prendersi il "lusso" di una tessera alla lipu o di un bollettino ad amnesty o altri (che poi fa tanto bene perchè anche a tasche scarse ti ricorda quanto in realtà stai bene).
    Credo che una volta imparato sia utile tutta la vita, un bel regalo a dei figli :-)

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  22. Capisco il dubbio sulle buone azioni, Manu. Ce l'ho anch'io perchè non mi piace "monetizzarle". Però in fin dei conti sono tutte seghe mentali perchè all'atto pratico i punti aumentano solo per i voti perchè le buone azioni sono, ahimè, rarissime! :-)
    Dona, se ti interessa ti posso illustrare il complicato meccanismo ma credo che sia meglio calibrarlo in base al bambino.
    Anche i miei figli hanno sempre versato nel libretto di risparmio i contenuti dei nonni e degli zii (un altro elemento di parsimonia).
    Una cosa che ti consiglio per quando la grande avrà 14 anni è un libretto alla posta che si può gestire da sola con limiti di prelievo calibrati all'età. Credo che si chiami "io capisco". Il mio grande si trova molto bene, si sente autonomo e nello stesso tempo ha comunque i suoi paletti.

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  23. Mmm...

    Si Dario ha ragione, però se si torna al discorso di Artemisia, penso mi sentirei chiuso sapendo non puoi dire questo, altrimenti la tua paghetta diminuisce! Non perchè mi interessa avere quei 10 (10?) euro, ma perchè così mi sarebbe vietato di esprimermi in casi estremi... Non so ho le idee un po confuse, il caldo mi fa stancare...

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  24. Pandoro, ripeto che il problema non e' evitare in toto il turpiloquio. Se qualcuno si aspettasse che i suoi figli facciano i compagnoni con gli amici esclamando qua e la' "Perdindirindina!" nei loro discorsi, be', che si vadano a far vedere da un analista!
    Pero' nel contempo ti sconsiglio, dovesse capitarti di andare al ballo della principessa, di ruttare e scoreggiare in presenza di Sua Maesta'. Se fossi tuo padre cercherei di insegnarti il modo di contenerti e quali siano le occasioni in cui e' consigliabile farlo. Insomma, ti insegnerei le buone maniere.
    Certo, si tratta di limitazione della liberta' di esprimersi. In effetti le regole sociali in generale sono limitazioni alle liberta' personali. Andare in pizzeria con gli amici nudo, ad esempio, e' cosa vietata dalla buona creanza. Ma che cos'e' la buona creanza, se non una artificiosa limitazione alla liberta' personale? I miei cani vanno tranquillamente in pizzeria nudi e nessuno gli dice niente, perche' hanno un diverso concetto di "buona creanza", pur anche quello artificioso.

    Ecco, Manu ha colto il punto che volevo esprimere nel mio precedente post. Cioe' che quello che conta non e' il denaro necessario per acquistare una cosa (che sia il videogioco o la tessera della Lipu), ma il suo valore etico. Insomma, alla fine nella nostra societa' si tratta sempre di fare i conti con i soldi. E' solo triste che questa cosa venga imposta anche durante l'infanzia/adolescenza, anche se e' utile che venga in qualche modo insegnata dai genitori.

    La tessera della LIPU continua a sorprendermi piacevolmente, perche' nella mia mente vedo l'associazione tra tessera della LIPU e soldi della paghetta, e quella tra soldi della paghetta e altro oggetto piu' futile che con quelli puo' essere acquistato. Quindi, quello che mi piace della faccenda e' la rinuncia all'oggetto futile per la tessera della LIPU, non tanto il fatto che questa si misuri in euro.

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  25. Parolacce: all'eta' di Pandoro e del mio senior si spera di aver imparato che in certe situazioni non si usa un linguaggio volgare. Infatti non e' che tolgo un punto ogni c..o che mio figlio dice, altrimenti sarebbe a zero. Ogni periodo ha la sua criticita'. Per esempio, mio figlio aveva preso l'abitudine qualche tempo fa di sputare dalla finestra (nel nostro giardino). Dopo averlo rimproverato piu' volte inutilmente, solo dopo aver decurtato pesantemente la paghetta sembra (speriamo) che l'abbia capito. Vi potrei fare tanti altri esempi ma non credo che siano cosi' interessanti.

    Sul valore etico e monetario delle cose, sono perfettamente d'accordo Dario: e' triste che sin da piccoli tutto sia riportato ai soldi. Ma purtroppo e' cosi' e c'e' poco da fare. Fai caso a quanto la gente parla di soldi. E' una cosa che mi da' molta noia e mi fa molta tristezza ed infatti ho dedicato un vecchio post a questo argomento.

    La passione per la LIPU nasce da una visita che mio figlio junior fece al Centro Rapaci del Mugello quando era all'elementari. Il centro e' collegato alla LIPU e lui, entusiasta di questo posto dove curano i rapaci, volle contribuire. Da allora ogni pochino vuole pagare il bollettino. Mi ci e' voluto un po' per fargli capire che era una tessera annuale!

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  26. bellino bellino 'sto post! Se hai fatto questo bel lavoro con i ragazzi ti meriti un sacco di.......punti :o) Noi siamo ondivaghi, non abbiamo mai avuto una linea di condotta ben definita ma, nonostante questo, il rapporto che i figli hanno con il denaro mi sembra equilibrato. Il primo ha ormai ventiquattro anni e da quando ne aveva sedici si guadagna qualcosa con lavoretti; ha comiciato con il pub (il venerdì e il sabato e durante il Festival); poi la libraria (lì c'ha fatto un mese intero....si sentiva nel suo regno), poi varie altre cose. Ha fatto persino il "pubblico" a La vita in diretta; ora "lavora" gratis in una clinica perchè si sta specializzando, ma si guadagna qualche soldino facendo servietti alle amiche della nonna (la spesa, le medicine, i vetri da lavare, ecc. ecc.) e poi venerdì e sabato il barman in discoteca. Il secondo
    ha un rapporto strano col denaro: quando ce l'ha (compleanni, feste,regali vari) li spende ed è molto (troppo!!) generoso, quando non li ha....sta a casa:o) Per la terza è presto....vedremo. Nessuno dei tre però ha mai chiesto niente. Una volta la piccola (che ora ha dodici anni)moriva dietro ad una renna di peluches all'IKEA, ma non aveva il coraggio di chiedere; era imbarazzata e nello stesso tempo aveva gli occhi lucidi guardando quel pupazzo....mi sono commosso quella volta e gliel'ho regalata. Mi sono ricordato di quando ero piccolo io e non chiedevo mai, anzi a volte capitava che se mi offrivano rifiutavo per l'estrema timidezza; ho pensato che non è giusto, si può chiedere qualche volta ed accettare anche il no, sapendo che magari un'altra volta può essere un si.

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  27. Complimenti, Unodicinque! Complimenti a te, a tua moglie e ai tuoi ragazzi!
    Anche nel tuo caso mi chiedo quanto e' merito vostro (soprattutto del vostro esempio, credo) e quanto invece e' merito del carattere dei vostri ragazzi. Cioe' i vostri figli sarebbero comunque sobri e responsabili anche se voi due foste con le mani bucate? E' questo che mi chiedo.
    Altro dubbio: quanto influisce la quantita' di spot pubblicitari che i ragazzi si sorbiscono? I miei per esempio hanno sempre visto poca pubblicita' (per esempio da piccoli vedevano i cartoni in videocassetta mai in diretta TV ed ora guardano pochissima TV, quasi esclusivamente partite di calcio). Mi piacerebbe capire.

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  28. Al di là dei metodi che ognuno trova quello che funziona meglio con i suoi figli... mi sembra giusto educare i figli a guadagnarsi il denaro e che non abbiano grosse cifre a disposizione... Sei una bravissima mamma, Giulia

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