mercoledì 28 gennaio 2009

Ed infine anch'io ho letto Gomorra

"Lo devi leggere" mi diceva un'amica continuando a spaventarmi con il racconto dei terribili scenari contenuti in questo libro. A dire il vero, io questo romanzo/inchiesta non lo volevo proprio leggere perché di solito rifuggo dai libri, che pur essendo sacrosante denunce, so che fanno stare male. E poi del contenuto di Gomorra sapevo già quasi tutto avendo sentito numerose interviste a Saviano, sin dalla prima presentazione a Fahrenheit, ed anche visto il film di Matteo Garrone.
Eppure Gomorra è riuscito comunque a sorprendermi. Prima di tutto perché è scritto bene. Non è un arido e spietato elenco di omicidi, cifre, nomi, indagini (anche se c'è tutto questo), ma è soprattutto un racconto appassionato e scorrevole, per nulla pesante.
E poi un'altra cosa mi ha colpito: l'amore di Saviano per la sua martoriata terra che traspare da tutto il libro. Si capisce che l'autore non scrive con il semplice intento di denunciare e nemmeno con disgusto per quello che è costretto a vedere, ma con doloroso affetto. Si sente che il suo è un bisogno che gli nasce dal profondo, è un grido di chi non ce la fa più ad assistere a certe cose e stare zitto.
Ormai (e per fortuna) è noto a tutti ed io sarò arrivata buon ultima ma voglio comunque riportare qui una pagina di Gomorra (pagg.135-136) che mi ha colpito e che può dare l'idea del suo stile tra reportage e poesia:

"Tremilaseicento morti da quando sono nato. La camorra ha ucciso più della mafia siciliana, più della 'ndrangheta, più della mafia russa, più delle famiglie albanesi, più della somma dei morti fatti dall'ETA in Spagna e dall'IRA in Irlanda, più delle Brigate Rosse, dei NAR e più di tutte le stragi di Stato avvenute in Italia. La camorra ha ucciso più di tutti. Mi viene in mente un'immagine. Quella della cartina del mondo che spesso compare sui giornali. Campeggia sempre in qualche numero di "Le Monde Diplomatique", quella mappa che indica con bagliore di fiamma tutti i luoghi della terra dove c'è un conflitto. Kurdistan, Sudan, Kosovo, Timor Est. Viene di gettare l'occhio sull'Italia del sud. Di sommare i cumuli di carne che si accatastano in ogni guerra che riguardi la camorra, la mafia, la 'ndrangheta, i Sacristi in Puglia o i Basilischi in Lucania. Ma non c'è traccia di lampo, non v'è disegnato alcun focherello. Qui è il cuore dell'Europa. Qui si foggia la parte maggiore dell'economia della nazione. Quali ne siano le strategie d'estrazione, poco importa. Necessario è che la carne da macello rimanga impantanata nelle periferie, schiattata nei grovigli di cemento e monnezza, nelle fabbriche in nero e nei magazzini di coca. E che nessuno ne faccia cenno, che tutto sembri una guerra di bande, una guerra tra straccioni. E allora comprendi anche il ghigno dei tuoi amici che sono emigrati, che tornano da Milano o da Padova e non sanno chi tu sia diventato. Ti squadrano dall'alluce alla fronte per cercare di soppesare il tuo peso specifico e intuire se sei un chiachiello o uno bbuono. Un fallito o un camorrista. E dinanzi alla biforcazione delle strade sai quale stai già percorrendo e non vedi nulla di buono al termine del percorso.
Tornai a casa, ma non riuscii a stare fermo. Scesi e iniziai a correre, forte, sempre più forte, le ginocchia si torcevano, i talloni tamburellavano i glutei, le braccia sembravano snodate e si agitavano come quelle di un burattino. Correre, correre, correre ancora. Il cuore pompava, in bocca la saliva annegava la lingua e sommergeva i denti. Sentivo il sangue che gonfiava la carotide, tracimava nel petto, non avevo più fiato, dal naso presi tutta l'aria possibile che subito rigettai come un toro. Ripresi a correre, sentendo le mani gelide, il viso bollente, chiudendo gli occhi. Sentivo tutto quel sangue visto a terra, perso come rubinetto aperto sino a spanare la manopola, l'avevo ripreso, lo risentivo in corpo."


Altri miei post su Saviano e sulla criminalià organizzata:
Quando per scrivere ci vuole coraggio
E' ora di finirla!
Povera Campania!
Il punto sull'antimafia
Segnalazione


11 commenti:

  1. Il pericolo non nasce da chi pesca, trova, una nuova notizia, il pericolo nasce da chi la riesce a far passare, da chi rompe la crosta degli addetti ai lavori, da chi in qualche modo riesce a far veicolare dei messaggi, dei racconti.
    e luı c e rıuscıto pıu che egregıamente.
    é davvero un uomo straordınarıo...

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  2. Confesso, non l'ho ancora letto!
    A volte bisogna essere lontani da un evento per meglio studiarlo, approfondirlo, dettagliarlo... a volte, non sempre.

    Rino, ex partis

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  3. Hai perfettamente ragione. Quello di Saviano, se pur ben documentato, non è affatto l ennesimo libro inchiesta: è un diario personale di una persona che vede sconfitta e umiliata la sua terra, la sua gente, la sua vita. Nel libro c è una forza spaventosa, la forza dell' indignazione vera, e non di facciata. E' come una cronaca di guerra, ma scritta non da un cronista, ma da un soldato !

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  4. Cara Artemisia, ti ho dato risposta in merito al ddl 1360 che vorrebbe istituire la parità tra partigiani e repubblichini.
    ;-) duccio

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  5. Mi vergogno ma non l'ho letto. Ho grandi resistenze, perchè mi viene molta angoscia solo a leggere qualche parte. E così è ancora lì che aspetta...
    Ciao, Giulia

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  6. Ti capisco perfettamente, Giulia. Anch'io non l'avrei letto se non me l'avessero regalato. Però, sai, sono partita conoscendo gli aspetti più duri per cui ho potuto apprezzare quelli, diciamo così, più poetici.

    Caso mai consiglio di nuovo a tutti di ascoltare la trasmissione di Radio 3 che ho segnalato nel post in fondo alla lista. E' praticamente un riassunto dei temi trattati in Gomorra.

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  7. io l'ho letto appena uscito e mi è piaciuto subito
    l'ho terminato in pochi giorni perchè era troppo emozionante ed interessante
    non ho però visto il film, ma ho avuto il piacere di vedere Saviano da vicino quando oltre un anno fa è venuto a omegna a ritirare il Premio Resistenza
    era blindato persino sul palco dai poliziotti!!

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  8. Sì, Saviano paga quel che ha fatto con una vita nonvita.
    Il film di Garrone è bello pur essendo molto diverso dal libro. Innanzitutto estrae solo quattro o cinque vicende e poi ha uno stile completamente diverso, molto asciutto, quasi documentaristico. Per certi aspetti è quasi più duro del romanzo. Da vedere, comunque.

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  9. Anch'io non ho ancora letto il libro per la stessa ragione tua, ora mi hai convinta: mi piace il modo di scrivere di Saviano, nello squarcio che riporti ho trovato una scrittura scorrevole e coinvolgente.
    Buona giornata.
    Un caro saluto, Annamaria.

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  10. Io avevo visto il film e l'ho trovato inguardabile... :-(

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  11. L'ho letto fino ad una certa pagina intorno alla 140 e ho scritto da me perche' mi son rifiutata di continuare che non e' per cio' che scrive ma proprio per il modo.
    Un caro saluto
    Dona

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