mercoledì 11 settembre 2024

Decluttering: il bambino lontano

 E' dal 1996 che sostengo un bambino a distanza. Si tratta di fare una donazione ad una associazione che opera principalmente in Africa permettendo a bambini di famiglie povere di frequentare la scuola (dove tra l'altro usufruiscono forse dell'unico pasto completo della giornata) e di conseguire, se tutto va bene, un titolo di studio.

"Adottare un bambino a distanza" in realtà è un modo di dire solo per fare presa. Sì, ti assegnano un bambino (nella maggior parte dei casi, ahinoi, maschio; in tanti anni mi sono capitate solo due bambine che presto hanno lasciato la scuola), ti mandano la sua scheda e alcune foto. Ti arrivano poi "letterine" che perlopiù sono disegni con qualche frase di circostanza scritta in francese di solito dal maestro, spesso incomprensibile a causa della calligrafia. Ti arriva anche ogni anno la pagella e quella è più interessante: ci sono bambini che hanno appena la sufficienza, ma va bene lo stesso. Uno dei miei invece ha sempre avuto ottimi voti ed infatti ha terminato il ciclo di studi (mi pare fino a 14/15 anni).

 Anche noi tutori dobbiamo scrivere a questi bambini ed io l'ho fatto, anche se sporadicamente. Non c'è un vero e proprio "dialogo". Noi scriviamo le solite frasi "fai il bravo", "impegnati a scuola che è importante", "come sei carino nella foto", "buon Natale","tanti saluti alla tua famiglia", ecc. E loro dall'altra parte (ma, secondo me, scritto appunto dai maestri) "grazie tutore", "sto bene", ecc.

In realtà, se ho capito bene, non è che la mia donazione va a quello specifico bambino, ma è all'associazione, la quale porta avanti i suoi progetti indipendentemente da quel versamento in particolare.

Quanti bambini in tutti questi anni! Con i loro visini smunti, i loro occhioni, le loro ciabatte di plastica ai piedi o le maglie da calcio. Congo, Burkina Faso, Mali. 

Nella mia operazione di decluttering ho trovato inutile conservare i loro disegni "di circostanza". Ho scansionato le schede e le foto e mi tengo con minimo ingombro le loro digitalizzazioni.


 

martedì 10 settembre 2024

Primo cielo grigio

 

Stamani parto con la mia bici per il solito giro ma il cielo è grigio, non minaccioso, ma nebbioso. E tutto mi sembra negativo. I tasselli del puzzle non stanno andado al loro posto.

Sono passati dieci giorni di settembre e nella nuova casa abbiamo fatto poco. Più che altro per molte cose, al solito, siamo bloccati dalla mancata disponibilità altrui e questo smorza il mio entusiasmo e mi dà un senso di impotenza.

Non sono ancora usciti gli annunci del Comune per alcune attività a cui volevo partecipare.

Insomma mentre pedalo ho un momento di malinconia che è normale ma doloroso dopo i picchi di entusiamo dei giorni scorsi.

Ma ho fatto bene a inforcare la bici e ad andare. Arrivata fino alla fine della pista ciclabile (oggi più deserta del solito) le nubi si sciolgono e il sole fa capolino.

Mi fermo. Non c'è  nessuno. L'Arno scorre tranquillo e silenzioso alla mia destra. Gli uccellini cinguettano a tutto spiano. Chissà se hanno consapevolezza che l'estate è finita e che arriveranno giornate ben più grigie, fredde e umide di questa. Sotto i maestosi pioppi l'animo si rasserena e l'umore migliora.

Riparto e sono già più ottimista.



venerdì 6 settembre 2024

Cliente INPS!

 Giornata piena oggi. 

Comincio col farmi un bel giro in bici di una ventina di chilometri, circa un'ora, quasi tutto su pista ciclabile. E' singolare il tipo di persone che si incontra di giorno feriale su questa pista lungo il fiume Arno. Un giorno ne parlerò...

Poi vado a fare la spesa. Quando lavoravo ho espresso il proposito di non andare mai, da pensionata, a fare la spesa di sabato perché ho sempre detestato gli anziani che intralciano i supermercati nei giorni in cui, chi lavora, è costretto a fare la spesa. Sono rimasta stupita nel constatare quanta gente c'è di venerdì alle 11 del mattino! E non solo anziani, anzi. Giovane donna con bambini? OK, sarà una casalinga. Ma anche coppia con bambini? In ferie entrambi? Giovani universitari? OK. le lezioni non sono ancora cominciate. Ma anche tanti stranieri e comunque clienti di tutte le età. 

Dopo pranzo preparo una crostata di ricotta e fichi (visto che devo impiegare la grande quantità di questi squisiti frutti che abbiamo raccolto in campagna). Stavolta uso la pasta brisé invece che la pasta frolla e devo dire che il risultato è migliore.

Poi porto un vassoietto di fichi a mia zia che me li aveva chiesti, giusto prima di una visita guidata per il borgo di Peretola sulle "trecciaiole" cioè le donne che, a fine Ottocento o inizio Novecento, intrecciavano la paglia (soprattutto per i famosi cappelli fiorentini) nei cortili di questo borgo periferico. Interessante anche se la bella e simpatica brasiliana che ci ha guidato in realtà non aveva tante informazioni da raccontarci. Mi riprometto di approfondire l'argomento magari cercando un libro.

Ma l'evento più significativo ed emozionante di oggi è un messaggio che ho ricevuto sulla APP IO (e poi per SMS): domanda di pensione accolta!!!! E pagamento della prima mensilità per il 20 settembre. Sono molto contenta perché mi avevano detto che ci potevano volere anche due mesi ed invece sono stati velocissimi. Ora posso dire di essere davvero una pensionata a tutti gli effetti.



giovedì 5 settembre 2024

Tempo supplementare

Una sorta di regalo inaspettato ripartire per la campagna dopo soli sei giorni di rientro in città e anche deciderlo all'ultimo momento, senza dover chiedere ferie né render conto a nessuno. Non ci posso credere.

La città ancora arroventata, le notti ancora tropicali ed insonni, gli impegni ancora non sono partiti e l'idea di un altro finesettimana estivo qui ci deprimeva.

E così ci siamo goduti questo "tempo supplementare", queste belle giornate settembrine, ancora calde e soleggiate ma con una luce già tutta particolare, tra l'altro con la gradita visita della nostra amica S. che ha dato il tocco da maestra al nostro murales.

Mai colti tanti fichi come quest'anno anche perché non abbiamo mai avuto la possibilità di esserci in questo periodo quando i deliziosi frutti sono al massimo della maturazione e non hanno ancora subito gli acquazzoni di fine estate che li fanno marcire. Quasi trenta barattoli di ottima marmellata! Oltre alla lussuria di mangiarne a volontà direttamente dalla pianta. Senza contare il consueto abbondante raccolto delle nostre mandorle.

Ancora non ci credo mica...

Alla rottura dell'anticiclone, sotto un cielo grigio e una pioggia scrosciante è meno doloroso il distacco e il ritorno in città. Ora c'è da rimboccarsi le maniche.



domenica 1 settembre 2024

Il mio nuovo tempo libero

Da oggi non sono più una lavoratrice dipendente, non faccio più parte della cosiddetta "popolazione attiva".

Ho delle remore a definirmi "in pensione" perché ne avrò la certezza quando l'INPS risponderà alla mia domanda. Di sicuro domani non dovrò andare in ufficio, niente cartellino da timbrare, niente pratiche di acquisto, niente email da sbrigare, niente portali da imparare, niente consulenza ai colleghi ricercatori, niente pagamenti da firmare, niente riunioni.

Si volta pagina. Era questo era uno dei grandi cambiamenti in vista a cui accennavo ad inizio del 2024. Confesso che questo, per il momento, mi suscita incredulità ed eccitazione

"Incredulità" perché dopo quarantadue anni di lavoro (avevo diciannove anni quando, salendo la collina di Arcetri, andavo incontro alla mia prima giornata di lavoro), non ricordo più cosa vuol dire non avere i giorni irregimentati. Una sorta di "terzo tempo" della mia vita. Dopo il tempo della formazione, dopo il tempo della "produzione", viene ora il tempo della "libertà". E adesso è tutto da inventare finché la salute me lo permetterà.

"Eccitazione" perché, dopo l'inaspettata emozione del congedo dai miei colleghi, mi vengono continuamente idee di cose da fare, da imparare, da seguire, più o meno impegnative. So già che avrò delle delusioni ma qualcosa di sicuro nascerà. Non mi sento affatto "collocata a riposo", anzi, se mi conosco bene devo stare attenta alla mia tendenza a riempire troppo le mie giornate. Devo imparare a tollerare i tempi vuoti, i ritmi blandi, devo imparare a sopportare anche la noia.

"Verso nuovi orizzonti" mi ha scritto la mia cara amica S., già in pensione da qualche anno.