sabato 1 marzo 2008

Tra il dire e il fare

Nella nostra complessa società, è normale aspettarsi, o per lo meno augurarsi, di veder cambiare quello che non va. Talvolta sappiamo che ci sono delle resistenze che impediscono il cambiamento ma altre volte certi provvedimenti trovano tutti concordi e ciò nonostante non li vediamo realizzati se non con una lentezza incomprensibile.
Però se guardiamo un po' più vicino a noi ci accorgiamo del perchè di questa lentezza.
Vi racconto la banalità che mi ha portato a fare questa riflessione. Il mio istituto ha sede in due edifici che chiamerò A e B. In A c'è la sede amministrativa e alcuni studi dei ricercatori. In B i laboratori, l'officina ed altri studi. Fino all'estate scorsa il materiale ordinato era recapitato all'indirizzo A, lo stesso riportato sulla nostra carta intestata.
Successivamente è stato deciso che, per vari motivi logistici e organizzativi, fosse meglio farsi spedire dalle ditte i pacchi all'indirizzo dell'edificio B e così sugli ordini abbiamo cominciato a scrivere espressamente che chiediamo la consegna all'indirizzo B.
Ad oggi, dopo quasi 6 mesi, ancora molti pacchi arrivano ad A. Come mai? Per varie ragioni: le ditte non leggono quello che c'è scritto sugli ordini ma hanno memorizzato sul computer il vecchio indirizzo, alcune ditte inviano il materiale sulla base della telefonata del ricercatore prima che arrivi l'ordine formale e tanti altri motivi particolari.
Si tratta di un'inezia ma che comporta piccoli inconvenienti, incomprensioni, perdite di tempo e comunque confusione.
E siamo tutto sommato una realtà piccola, con poche persone coinvolte. Non oso pensare a come sia difficile applicare un qualsiasi provvedimento amministrando una città, una regione, un paese.
Chissà, forse tra il dire e il fare ci sta in mezzo il semplice fatto che siamo in tanti.

12 commenti:

  1. Queste sono le cose che mi ganno impazzire! Sentirsi impotenti dopo aver fatto del nostro meglio per far funzionare qualche cosa!
    Senti, io con google reader non riesco a mettere i commenti. devo comunque passare sul sito. Perché?
    ciao marina

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  2. Infatti nei piccoli centri si vive meglio.
    ciao
    joe.d

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  3. Perchè mai i mittenti devono perdere tempo per cercare l'indirizzo esatto? Tanto poi ci pensano loro... L'importante è che paghino

    Credo sia questo quello che gli passa per la mente in quel momento.

    Comunque ti invito a leggere il mio ultimo post fresco di giornata
    Anzi, vi invito a tutti!

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  4. Marina: credo che il motivo sia perchè google reader è appunto solo un "lettore". Anch'io per commentare devo andare sul blog in questione.

    Pandoro: appunto noi paghiamo e quindi non vedo perchè se ne debbano fregare. Passo subito da te.

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  5. Poi ci stupiamo che nulla funzioni...Giulia

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  6. Beh oddio qualcosa funziona eh!?

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  7. Artemisia, amica carissima,
    passavo di qui e non potevo non lasciare un pensiero affettuoso.
    A presto,
    Irnerio

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  8. Ciao, scusa se non commento il post, ma sono passato solo per dirti che sei stato nominato. Per chiarirti le idee puoi andare sul mio blog.
    Se vuoi, non farlo: ti capisco!
    Lorenzo

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  9. Questo tuo post mi fa ricordare un celebre racconto che Isaaac Asimov scrisse durante un'intervista televisiva per scommessa. Era un racconto di burocrazia spaziale e si chiamava, se non ricordo male: inserire il lato A nel lato B. Ciao, ti ho visto da Dona.

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  10. E si che parrebbe cosi' facile alzare quella veneziana e far entrare la luce, ma forse troppa luce da' fastidio e si preferisce vivere nella penombra.
    Un caro abbraccio
    Dona

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  11. No, no, Dona, io amo la luce. Ma la foto e' stata scattata all'alba appena arrivata in ufficio!

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  12. Siamo in tanti a NON fare Attenzione, a voler fare Troppo ed anche a Strafare, secondo me.
    P@ola

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