sabato 5 luglio 2008

Piccole illegalità

Domenica scorsa mi ha colpito un piccolo articolo nella cronaca locale di Firenze:
In manette gang parcheggiatori abusivi alle Cascine
In effetti alcuni giorni prima, passando in bicicletta di sera per Piazza Vittorio Veneto avevo visto delle persone fermare le auto e mi ero chiesta il motivo temendo si trattasse di spaccio di droga. Pare che questa banda avesse già tentato mesi or sono di instaurare questo "servizio" ma che fosse stata allontanata da Firenze.
Chi rifiutava di pagare il parcheggio era ovviamente intimidito con la ritorsione di fare trovare danneggiamenti alle vetture lasciate incustodite mentre a chi pagava veniva rilasciata una fattura falsa.
La notizia è di scarsa importanza ma la segnalo perché mi ha fatto subito andare con il pensiero alle zone d'Italia dove i posteggiatori abusivi sono un'abitudine tollerata, sia dai cittadini che dalle autorità. Perché lì si tollera e qui si stronca subito? Qualche fiorentino maligno mi risponderebbe che qui fanno concorrenza all'odiata società Firenze Parcheggi che "taglieggia" legalmente gli automobilisti. Ma a parte questi illazioni, colpisce il fatto che sono stati gli stessi automobilisti fiorentini a denunciare la cosa alle forze dell'ordine che sono intervenute celermente. Probabilmente in altre zone del paese le forze dell'ordine non intervengono perché hanno ben altre emergenze. Probabilmente i cittadini non segnalano perché lo ritengono inutile. Probabilmente la pratica è considerata sì illegale ma dopo tutto molto più innocua di ben altri reati. Ovviamente è più innocuo un parcheggiatore abusivo di uno spacciatore. Lungi da me voler giudicare. Vorrei solo capire. Io credo che anche chiudendo un occhio sui piccoli reati si contribuisca a erodere il senso comune della legalità.
Qualcuno mi aiuta a capire?

12 commenti:

  1. Carissima Artemisia, credo di aver già accennato al fatto che nacqui (o nascei) in "quelle zone" dove il parcheggiatore abusivo è una normalità più che tollerata. Ivi vissi fino all'età di anni ventitrè. Più di metà della mia vita oramai l'ho trascorsa lontano da "quelle zone" e, per mettere subito tutte (proprio tutte) le carte in tavola, ti dirò che non ho mai provato affetto per la città in cui venni alla luce in un freddo inverno del '59. Aggiungo, per sopramercato, che mi sento più "toscano" che altro, che non ho mai sospirato per un ritorno in patria, che 'o mare me lo vado a fare in Maremma.
    Detto ciò vorrei dirti tante cose, ma provo a sintetizzartele, senza la pretesa di spiegare o di completare l'argomento:
    - Quello che succede in "quelle zone" è il parossismo di quello che succede in tutta l'Italia da me conosciuta. L'Italia è un paese che galleggia sull'illegalità, a qualsiasi livello. L'Italia è il paese dove tutto è difficilissimo, ma nulla è impossibile (questa non mi ricordo più se l'ho inventata io o se l'ho letta da qualche parte...).
    - Quando venni in Toscana, una "aria" diversa la respirai subito, anche perchè all'epoca durava l'onda lunga di un certo impegno civile, una verta abitudine alla "socializzazionw", un certo coinvolgimento degli individui nella vita sociale, che poi, da allora, è andato lentamente spegnendosi. In fin dei conti cosa è l' "illegalità" ed anche la "civiltà"? La mancanza di regole condivise, certo, ma forse sopratutto la coscienza che non tutto si può risolvere o creare con la furbata o l'intelligenza o altre risorse del singolo individuo. Qui mi colpì che molte cose (non tutto) erano fatte da molti o pochi per tutti. Mi colpirono le case del popolo, non perchè avessero la bandiera rossa, ma perchè c'erano persone che si offrivano volontarie per lavorare gratis per altri. (Ultimamente ho letto che ancora oggi in "queele zone" il volontariato di qualsiasi tipo è molto meno diffuso che in altre).
    - Qui, in Toscana, oggi... come funzionano le cose? Seppure non con la stessa modalità pulviscolare, anche qui si galleggia sull'illegalità. E su una illegalità "condivisa" e che è parte integrante di una economia. In "quelle zone" una volta fui colpito da una scenetta: un tizio entrato in un negozio per comprare un paio di pantaloni, si presentò come "amico di" (sconosciuto al titolare del negozio...). No, non era un camorrista o un potente...: era "ovvio" che per comprare un paio di pantaloni dovevi "conoscere qualcuno". Beh, qui in Toscana non si arriva a questo, ma è "ovvio" che a certi livelli devi conoscere qualcuno.
    - ma non solo...: la doppiezza del "facciamo vedere che..., anche se poi sappiamo tutti che la realtà è ben altra" è diffusissima anche qui. E non sto parlando di noccioline: parlo di soldi, carriere, leggi. L'idea che "l'impiegato statale è un fannullone" va a braccetto con il massimo della disinvoltura nel fregarlo. L'idea che ognuno per se e dio per tutti la respiro quotidianamente. Questo è l'humus ideale per l' "illegalità" (parola che non so neanche più bene cosa significhi).
    - ma torniamo un attimo all' economia dell'illegalità. Credo che oramai ci sia una "economia dell'illegalità" non solo e forse non tanto nel senso che c'è il lavoro nero, o non ti danno la fattura o lo scontrino, ma sopratutto nel senso che si sono strutturate famiglie, redditi, esistenze, "illegali". Mi rendo conto di non essere chiarissimo, ma ti segnalo un articolo del Sole24ore (mica noglobal...), in cui forse si chiarisce un po' di più: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Norme%20e%20Tributi/2007/08/cipolletta-italia-paese-modello.shtml?uuid=fab0d072-4a34-11dc-b7a2-00000e251029 (articolo del 14 agosto 2007 "Se l'Italia fosse un paese normale")
    - una sorta di complicità c'è anche qui: siamo tutti nella stessa barca, tutti siamo illegali, tutti sappiamo quel che si nasconde dietro alla facciata, si salvi chi può.
    - non ultimo...: "quelle zone" sono servite e servono come pattuniera ideologica ed economica a tuti noi. In "Gomorra" si parla fra l'altro di come sono stati smaltiti per anni i toner per stampante di tutta la Toscana: nella solita provincia di Caserta. Ma, sopratutto, "Gomorra" (anche se mi sembra che Saviano stia arretrando su questo punto) ha mostrato la necessità (non la semplice funzionalità) dell'esistenza di "quelle zone", come produttrici di abiti e scarpe, come porto franco (esentasse) per i nostri PC super-scontatissimi, per smaltire di tutto e di più (consiglio la visione di Biutiful Cauntri), etc. e, ancora oggi, come serbatoio di mano d'opera a basso costo.
    - ...a volte quando leggo i giornali tipo "Nazione" mi viene da ridere: "Notti insicure", "Quartieri in mano alla delinquenza", "Oddio oddio gli immigrati". In "quelle zone" (ma anche in tanti quartieri di Milano, Torino, Los Angeles, Londra...) sono decenni che è meglio starsene ben tappati in casa in molti quartieri, dove il rischio di beccarsi una coltellata è risaputo. Si chiama "sottoproletariato". E' una cosa che arriva nelle città.

    Scusate la lungaggine e la poca chiarezza... Ti assicuro che non sono offeso o cose del genere :-)
    Ciao :-)

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  2. Caro Giam, peccato che ti affacci raramente in rete perchè i tuoi commenti sono sempre interessanti e stimolanti.
    Questo in particolare perchè rappresenta una testimonianza diretta sulle differenze che hai notato tra la Campania e la Toscana (ho usato "quelle zone" non per rimanere nel vago o per disprezzo ma semplicemente perchè non ho idea dell'estensione del fenomeno del parcheggio abusivo!).
    Capisco e condivido il discorso molto vasto che fai sul senso civico e sulla tolleranza della illegalità. Lo so che nel sud si trova estremizzato quello che c'è in tutt'Italia. Lo so che la Toscana non è la Svizzera. Per carità!
    La mia era una domanda molto più semplice: perchè qui alla prima banda di parcheggiatori abusivi arrivano i vigili e in Campania no? Non ho colto risposta a questo preciso interrogativo nel tuo commento. Sbaglio?
    Per il resto, lo so che la contaminazione della tua terra è dovuta ai rifiuti tossici del nord, anche della Toscana. Conosco la faccenda. (Mi allarma molto la tua frase: "anche se mi sembra che Saviano stia arretrando su questo punto"; che è successo?)
    Lo so che molta parte della nostra vita si basa su piccole/medie/grandi infrazioni o furbate, che dir si voglia. Figurati!
    Tanto per dilungarmi un p0' anch'io: ci è saltato un viaggio recentemete perchè al commissariato ci hanno detto che non ci potevano fare sul momento un lasciapassare per il figlio piccolo. Sai quanti amici e colleghi mi hanno suggerito di rivolgermi al "carissimo amico in questura che sicuramente avrebbe messo una parola buona"? Non voglio fare la puritana ma ti cito semplicemente la frase di mio marito: "Preferisco pagare la penale del volo!" (cosa che abbiamo fatto: 650 euro!). Sono fessa, lo so. Non importa che me lo dici. Sono fatta così.
    Sono contenta che tu non sia offeso perchè significa che mi sono spiegata bene: non voglio infatti giudicare, voglio capire.

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  3. Perchè... perchè ci si è abituati al posteggio abusivo ed a mille altre gimcane quotidiane, come il medico di base ASL che chiede soldi per la visita domiciliare; così come in Toscana ci si è abituati a sentirsi rispondere alla domanda "Quant'è?" con il solito "Con o senza fattura?". Perchè (cito un mio amico partenopeo) chi può fottere fotte e chi non può fottere rosica (pardon). Perchè c'è in forma acuta quella solidarierietà nel fregarsi a vicenda. Perchè se sanno che hai chiamato te la polizia poi sono augelli senza zucchero.
    Ma noi toscani chiamiamo la finanza quando non ci danno la fattura?
    E se a fare i posteggiatori abusivi con tutta la messa in scena fossero stati fiorentini e non napoletanoi, l'avrebbero chiamata la polizia o la cosa sarebbe stata accolta con meno (giustificata) sospettosità e, addirittura, magari con simpatia per la "tipica furbizia fiorentina" alla "Amici miei"?
    C'è un limite alla "illegalità tollerata"? Probabilmente tutti ci siamo creati una sorta di limite personale, più alto o più basso che esso sia. Sennò staremmo attacati al 113 da mane a sera. (A me se c'è un posto di blocco garantito che mi fermano: ho una faccia poco raccomandabile, con la barbaccia... Per il poliziotto medio sono il prototipo del terrorista... Una volta mi presero per arabo...).
    In Campania (ed in molte altre zone) quello che credo sia davvero saltato è non la legalità, ma il senso di comunità. Hai voglia a fare retorica alla lucianodecrescenzo o renzoarbore: c'è poco di simpatico e mediterraneo nella cosa.
    La Campania ci mostra la strada in cui l' Italia (e non solo) sono ben avviate: economia al di sopra di ogni cosa, scarsità di socialità (chi disse: "gli italiani sono socievoli, non sociali"?), si salvi chi può.
    Anche questa volta ho spiegato ben poco.... :-)
    Artemisia, ora devo correre a recuperare il pargolo con 4 amici.... non mi ci entrano manco in macchina...
    Ciao bella :-)

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  4. No, no, invece hai spiegato benissimo.
    E la cosa che più condivido è quando scrivi "La Campania ci mostra la strada in cui l' Italia (e non solo) sono ben avviate"
    E' proprio vero e questo mi fa tanta rabbia e tanta tristezza insieme.
    Ciao, carissimo!

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  5. Carissima hai perfettamente ragione, il senso comune di legalità è eroso da questi fatti che irrompono nella nostra quotidianità. Ricordo quando negli anni '60 e '70, si andava a far compere in centro e si lasciava l'auto ai parcheggiatori abusivi con tanto di cappello con lo stemma SPQR (siamo a Roma). Era un lavoro tollerato, una sorta di servizio civico in una Italia che si inventava mille mestieri, come i venditori di cocco, gli affittacamere, gli affitta barche, ecc. Ma quella era una Italia con più spazio e meno stress. Poi son venute le regole, come a Firenze anche, i parcometri. Ora Alemanno, sindaco ex fascista ora fascistoide, ha tolto i parcometri e sono tornati i parcheggiatori abusivi e le auto parcheggiate in quarta fila. Certo, saremmo disposti a sopportare tutto, ma quando le scelte politiche ti danno una mano come questa a farti odiare la città la situazione è pericolosa. Qui vedi sempre più spesso scooteristi senza casco, abusi edilizi, mi hanno clonato la carta bancomat, risoranti con i tavoli abusivi che invadono i marciapiedi, makkecavolo di esempio possiamo dare a noi stessi, ai nostri figli? basteranno i grembiuli tutti uguali proposti dalla ministra infante? basterà il revisionismo storico di Bondi &co a miglirare le nostre esistenze percepite o reali che siano? e le impronte digitali diventano in questo clima il male minore, ma lo si fa per il loro bene, per il nostro bene!
    ;-) duccio

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  6. Giusto, anche il casco im motorino è un altra cosa che colpisce cambiando latitudine. Qui, se non lo porti, le multe le fanno e anche salate.

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  7. manca qualcosa alla base. troppo spesso le regole sono percepite solo come limite e non come mezzo di benessere e tutela di chi le rispetta. siamo infantili? non riusciamo a comprendere il valore della legalità a tutti i livelli, perchè è vero è dalla piccola che comincia il senso comune. E quando cominci a eroderla non finisci più...
    a me dispiace che vivo in una città in cui, quando ero piccola, passare col rosso era un'eresia... adesso non più e tante cose così. C'era un senso della legalità un po' nordico che sta venendo distrutto pian piano perchè nessuno fa rispettare le regole. Oggi la cità è nell'anarchia. Dicono che ci siamo italianizzati perdendo quell'austrungalità che possedevamo ... sic :-(
    anni fa eravamo la regione col più basso tasso di evasione... credo che anche questo si sia innalzato parecchio, grazie allo stato che a un certo punto ti fa pensare che se non ti adegui ci rimetti e basta.

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  8. ciao artemisia, io posso portarti la testimonianza di una città dove molti piccoli malcostumi piano piano erano stati superati e, di corsa, hanno trionfato di nuovo con la giunta alemanno. E' il discordo di Duccio
    ci vuole oltre il senso di comunità anche delle istituzioni che fanno la loro parte, a tutti i livelli (comuni, fino al governo nazionale).
    ma l'esempio che viene dall'alto spinge in una direzione sempre più disgregata
    marina, sfiduciata

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  9. Grazie per le vostre testimonianze. Avere degli amici blogger in tutt'Italia e' prezioso per uscire dal "recinto" in cui si vive.
    A questo punto mi piacerebbe capire se in trend c'e' anche all'estero. Io ho qualche sospetto. Possibile che stiamo degenerando solo noi?

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  10. Mi dispiace dover smentire Marina ma vivendo e girando Roma (instancabilmente) a piedi in lungo ed in largo non mi son accorto che erano stati superati malcostumi... infatti è da decenni che ogni piccola (o grande) illegalità si riaffaccia beata a prescindere dal colore politico in carica... quindi i parcheggiatori abusivi, prostitute in strada, venditori abusivi, rapine, truffe, ecc...
    Ritornando al post, mi ricordo qualche anno fa quando arrivai al Palalottomatica per vedere una partita di basket e, sul piazzale antistante, mi ritrovai una signora vestita in pelliccia assieme ad altri ragazzi che, subdolamente mi si avvicinò.. non chiese o pretese esplicitamente nulla.. però nella fretta in cui stavamo, gli lasciai € 1... dopo qualche giorno ho letto sul giornale che era stata arrestata assieme ai suoi nipoti per estorsione e sfruttamento di extracomunitari (a cui scippava l'introito).. sembra che ogni sera "guadagnasse" più di quel che prendo io in un anno...

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  11. A Vercurago (LC), non lontano da casa, c'e' una gelateria discretamente buona di cui non faccio il nome (tanto una sola ce n'e'!).
    La prima volta che ci sono andato non mi ha fatto lo scontrino. La seconda volta nemmeno. La terza volta, alla cassa ho voluto fare lo spiritoso: per due coni era quattro euro "E con lo sconto?". Divertita e sorpresa, la ragazza ha commentato "qui non si fanno sconti!". "E allora fammi la ricevuta fiscale!". La quarta volta ero meno in vena e con aria truce le ho intimato di farmi lo scontrino. Non c'e' stata nessuna quinta volta.
    A Lecco, sulla stessa strada, c'e' un'altra gelateria, "Gelato e dintorni" piu' buona, anche se scomoda perche' non ha parcheggio, dove lo scontrino te lo fanno senza nemmeno chiederlo. Ma supponiamo che una gelateria che ti fa lo scontrino senza neanche chiederlo non ci sia, nei dintorni, che dovrei fare, rinunciare al gelato?
    Per dire, conosco un paesino in Basilicata, dove TUTTE le case sono abusive, secondo il racconto di un amico che vive li'. Alla domanda "Perche'?" la risposta e' stata che il piano regolatore era aggiornato a due secoli prima. Allora, o uno la casa non la fa, oppure la fa abusiva.

    E questa secondo me e' una. Pero' poi c'e', secondo me un'altra spiegazione, quella culturale. La quasi totalita' della popolazione, secondo me, e' un po' pecora. Cioe' fa le cose che fanno tutti, senza chiedersi le motivazioni. Qui in ufficio, per esempio, devo cazziare tutti quelli che vengono a prendere l'acqua dal distributore vicino alla mia scrivania e buttano il bicchiere di plastica dopo averlo usato, nell'apposito cestino. Io uso lo stesso bicchiere da ottobre. La risposta di A (siciliano) e' stata "ma perche' io?". Cioe', perche' mai devo fare gratuitamente una cosa che torna utile alla collettivita'? Allo stesso A, quando ci sono state le elezioni, dicevo "Eh te ne vai in Sicilia per il weekend a votare eh?". E lui: "nah, non conosco nessuno". Nel senso che si vota quello che potrebbe essere utile, e siccome nessun candidato avrebbe potuto essergli direttamente utile, in questo giro non ha votato.

    E fin qui sembra che ce l'ho con i siciliani, ma non e' cosi'. Il punto, secondo me e' che qui c'e' un pochino in piu' di legalita', ma non perche' c'e' piu' senso civico, ma perche' altrimenti intervengono le forze dell'ordine. Mettere la nutella nell'ultimo scaffale in alto non significa rendere cosciente il bambino che la nutella fa male. Certo, lo scopo di non fargliela mangiare e' raggiunto comunque, ma non si tratta di senso civico.

    Mi capita talvolta di andare negli Stati Uniti e sperimentare di persona la vita quotidiana degli americani. Per certi versi la loro cultura non mi piace affatto, ma nessuno si sognerebbe di buttare una cartaccia nel parco. Ma non perche' se li beccano hanno delle grane, ma perche' hanno rispetto del vivere comune.
    Per la verita' la mia visione degli States non e' molto completa. L'unico Stato che conosco e' un'isola felice. Anzi, otto. Per gli altri quarantanove stati potrei essere smentito subito.

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  12. Hai ragione, Dario. La differenza tra nord e sud spesso non sta nel maggiore senso civico ma nella consapevolezza di andare incontro a sanzioni (vedi casco sul motorino). Triste, ma e' cosi'. Non e' il massimo, comunque e' sempre meglio del chissenefrega, no?
    Anch'io ho scartato diversi negozi che pur mi piacevano perche' non rilasciavano lo scontrino.
    Fare a meno del gelato? Beh, qualche gelateria che fa lo scontrino la trovi prima o poi. E poi, hai ragione in fatto di comportamenti pecorecci, e' gia' un bel segnale se in diversi facciamo come te cioe' continuamo a chiederlo lo scontrino.
    Piccoli gesti di resitenza quotidiana.

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