Ed invece io sono convinta che la legalità sia importantissima per un paese. Il sapere che ci sono delle regole, il rispettarle e il vedere punito chi non le rispetta è la base per la convivenza civile. Altrimenti è la giungla e nella giungla, si sa, vige la legge del più forte.
E' inutile chiedere pene più severe per i delinquenti comuni se al sistema giustizia (che già è vicino al collasso) viene dato il colpo di grazia. E tutto perché? Per salvare qualcuno dai suoi guai giudiziari? Ma allora ha scritto bene il mio amico Luciano!
Io credo che bisogna subito mobilitarsi su questo. Credo che ogni attacco frontale o strisciante (come in questo caso) alla nostra Costituzione mina alla base la nostra democrazia. Chi ha paura delle intercettazioni? Non certo il cittadino comune che telefona alla moglie per dirle di buttare la pasta!
E penso anche non ci si può limitare a cominciare ora a parlare di grande manifestazione in autunno. Ma chissà quanti e quali danni potranno essere fatti di qui all'autunno!
Mio figlio di 15 anni mi dice: "Andare alle manifestazioni non serve a nulla!" Può darsi (saggezza della gioventù!) ma io non potrei mai perdonarmi di non aver fatto nulla se un domani vedessi polverizzato quel poco di legalità che ancora è rimasta.
Conservo ancora appesa nella bacheca del mio ufficio la fascetta arancione che comprai in Piazza San Giovanni il 14 settembre del 2002. Ci sta scritto sopra: Ci sono anch'io.
Ecco, io voglio esserci anche stavolta.
Roma, 8 luglio, manifestazione in piazza Navona. Passaparola!
(la manifestazione è stata spostata a P.za Navona per l’alto numero di adesioni)
Colombo, Pardi, Flores d’Arcais: tutti in piazza contro le leggi-canaglia
"Care concittadine e cari concittadini,
il governo Berlusconi sta facendo approvare una raffica di leggi-canaglia con cui distruggere il giornalismo, il diritto di cronaca e l’architrave della convivenza civile, la legge uguale per tutti.
Questo attacco senza precedenti ai principi della Costituzione impone a ogni democratico il dovere di scendere in piazza subito, prima che il vulnus alle istituzioni repubblicane diventi irreversibile.
Poiché il maggior partito di opposizione ancora non ha ottemperato al mandato degli elettori, tocca a noi cittadini auto-organizzarci. Contro le leggi-canaglia, in difesa del libero giornalismo e della legge eguale per tutti, ci diamo appuntamento a Roma l’8 luglio in piazza del Pantheon alle ore 18, per testimoniare con la nostra opposizione – morale, prima ancora che politica – la nostra fedeltà alla Costituzione repubblicana nata dai valori della Resistenza antifascista.
Vi chiediamo l’impegno a “farvi leader”, a mobilitare fin da oggi, con mail, telefonate, blog, tutti i democratici. La televisione di regime, ormai unificata e asservita, opererà la censura del silenzio.
I mass-media di questa manifestazione siete solo voi."
On Furio Colombo
Sen. Francesco Pardi
Paolo Flores d’Arcais
La storia patria ci insegna che l'italiano non è mai contento - ciò non significa che accetto la politica del presente (doverosa precisazione) -, una volta sta con i guelfi, il giorno dopo loda i ghibellini, un giorno acclama e reclama Francesco I per scacciare Carlo V, mesi dopo si allea con Carlo V per... e così via.
RispondiEliminaChe dire, nulla, semplicemente che abbiamo un passato storico che ci contraddistingue.
(Altra precisazione: caso vuole che la cosa si ripeta, magari in minor modo, anche all'estero.)
Lottiamo dunque, lottiamo per i nostri diritti.
Felicità.
Rino, malinconicamente riflettendo ad alta voce.
Io la penso come tuo figlio...
RispondiEliminaSecondo me le manifestazioni non servono a nulla... Come i cartelloni pubblicitari dedicati alle elezioni. Ma che uno vota in base ad un cartellone? Servono solo ad essere buttati per strada (e MAI nei cassonetti) e creare sporcizia.
Le intercettazioni chi le blocca, lo fa perchè ha la coscienza sporca, altrimenti perchè farlo? Perchè non vuole che tutto il mondo sappia che ha chiamato sua moglie per chiedergli di mettere la pasta? No, credo proprio di no.
Riguardo alla sicurezza (e vado sul tema immigrati, che sono una delle cause della rovina dell'italia), puoi pensare qualsiasi cosa su di me, ma io questi extracomunitari li voglio via di qui. Ma non perchè mi da fastidio vederli perchè sono razzista di principio. Per motivi validi. Io, come ho riportato nel commento da Marco (marcouk76, da quanto ho capito ne conosci tre ora di Marco!), sono stato derubato da un ragazzo extracomunitario, e minacciato. Brutta serata quella. E da lì adesso sto la maggior parte del tempo chiuso in casa. E per colpa di uno scemo adesso ne prendo le conseguenze io che non ho fatto nulla. E pochi giorni fa, il mio 'migliore amico', è stato derubato da un extracomunitario che non parlava nemmeno bene l'italiano, ma con molti più anni, minacciato sempre lui ma in maniera più grave. Eppure nessuno fa niente... Pattuglie per qualche giorno, e poi ciao ciao. E poi mi viene normale dire che sono solo dei bastardi e che non li voglio. E non certo perchè l'ho sentito al telegiornale, i fatti li ho vissuti. C'è chi mette anche il fatto 'che non si lavano', e io di questa cosa ero sempre un po' stranito, perchè non capisco come la gente possa valutare se uno si lava o meno, magari solo perchè indossa vestiti proprio malandati, però poi pure questo l'ho vissuto, in autobus varie volte e da qui mi sono ricreduto. Per non parlare di quella zingara al McDonald's che si è spogliata.
Poi vengono qui, a fare i lavavetri, a vendere fazzoletti, e fare affondare navi nel mare nell'intento di raggiungere l'Italia, e ci creano solo problemi (cosa che all'estero...).
E poi c'è la corruzione -o la volete chiamare Mafia?- e ti riporto un fatto che mi racconta sempre mia madre.
Siccome la metro è piena di quegli zingari che suonano e ti chiedono i soldi dicendo che hanno fame, mia madre un giorno gli ha detto ad uno di questi: "ma se mi hai detto che hai fame, prendi questa (riferito a qualche merendina ora non ricordo bene)" e lui disse che non aveva più fame e che voleva soldi.
Li fanno lavorare, con chissà quali conseguenze, e con questo l'Italia vive.
Ho già messo in programma da grande di andare all'estero. Londra possibile meta.
Caro Pandoro, sugli immigrati io la penso molto diversamente da te. Ma il tema della giustizia non c'entra con il decreto sicurezza, o meglio, c'entra solo indirettamente. Un conto sono i provvedimenti contro la deliquenza ordinaria un conto sono le norme che proibiscono le intercettazioni, fermano i processi, stabiliscono l'immunità per le alte cariche, ecc. Insomma le norme che favoriscono Berlusconi.
RispondiEliminaIo non credo che gli immigrati siano "una delle cause della rovina dell'Italia" e comunque il numero dei reati è in costante diminuzione e i reati più gravi (rapine, omicidi, traffico di droga) sono commessi più da italiani che da stranieri. Non lo dico io, lo dice un magistrato.
Per quanto riguarda i disperati che muoiono attraversando il mare, non credo che lo facciano per farci un dispetto ma proprio perchè sono disperati. Mi dispiace per le cose brutte che ti sono successe e concordo con te che la deliquenza debba essere punita e in modo efficace e veloce. Proprio quello che le norme che affossano la giustizia non permetteranno di fare.
Cerca però un attimo di pensare che il fatto che tu sia nato in un certo luogo e in una certa famiglia dove non ti manca niente e non in un altra dove sapresti cosa è la fame e la miseria, è solo una gran botta di culo e non altro.
Si, ma se poi devi vivere in un paese come questo...
RispondiEliminaVorrei che tu e tutti i ragazzi della tua età si potessero rendere conto (magari con un viaggio) cosa vuol dire vivere in certi paesi dove manca l'essenziale (cibo, acqua, medicine), dove andare a scuola è un privilegio non un peso, dove l'aspettativa di vita è molto più bassa della nostra. Sarebbe bene che i nostri ragazzi si rendessero conto della fortuna che hanno avuto.
RispondiEliminaCon questo, anch'io consiglierei ad un giovane di emigrare ma per altri motivi.
Non volevo di certo arrivare a questo punto, volevo solo porti la domanda se è possibile vivere in un paese che pian piano va sempre più in basso, dove si tende a dare la colpa sempre ad altri, dove molte famiglie non riescono a sopravvivere perchè aumenta il carovita, dove i parlamentari dicono parolaccie in parlamento, stappano bottiglie di champagne...
RispondiEliminaNon ci sono tante speranze...
Ma non è colpa mia se mi piace l'estero... L'avrai anche notato dai miei lunghi post riguardanti i miei lughi viaggi...
Però per difendermi (anche se non c'è stata nessuna accusa) volevo dire, che anche se non ho vissuto in prima persona la fame e la sete, la mancanza di una scuola e di una famiglia, che per esempio a scuola c'è stata un iniziativa con la quale abbiamo raccolto 6.000 euro che poi saranno destinati ai bambini africani per comprarci medicine ed alimenti. Poi facciamo la raccolta di tappi di bottiglia che i miei consegnano ad una parrocchia la quale con un tot di tappi poi avrà i fondi disponibili per fare un pozzo in Africa. Insomma non sono come molti che me ne frego. Però se la mia voglia è quella di andare in un'altro paese, più sviluppato per provare nuove esperienze, non ci posso fare niente... Magari ci ripenserò, cambierò punto di vista, ma per adesso rimango su questo binario...
Ma no Pandoro, nessuna critica. Anzi, fai bene a voler andare a vivere in un altro paese. Io ai miei figli consiglio caldamente di andare a lavorare e vivere in un altro paese europeo (sugli States ho qualche perplessità). Fai benissimo!
RispondiEliminaQuello che cercavo di dirti è che prima di sparare a zero sui disperati che arrivano nel nostro paese in cerca di una vita migliore, chiediti cosa avresti fatto tu al loro posto e chiediti se ti farebbe piacere di essere respinto solo per le tue condizioni. Solo questo.
No, ma andare in giro a derubare, e -anche se come dici tu gli omicidi rapimenti etcetc stanno diminuendo- minacciare con coltelli noi poveri ragazzi o persone con più età (vedi la madre di Marco), non penso sia giusto. E non penso sia giusto che debbano continuare ad andare in giro.
RispondiEliminaPandoro,
RispondiEliminaapprofitto dello spazio di Artemisia per porti un ulteriore spunto di riflessione.Io vivo,per mia fortuna, in una città dove il problema dei migranti non esisite. Non esiste perchè non ce ne siano, ce ne sono molti, ma perché sono riusciti ad integrarsi abbastanza bene.Esiste, a L'Aquila, una grande comunità di Romeni che si sono integrati nella nostra realtà e che per noi tutti sono diventati indispensabili. Tu parli di esperienze che ti hanno toccato da vicino, io intendo fare altrettanto. Mio marito ha un negozio di antiquariato con annesso un laboratorio di restauro.Accanto ad operai che lavorano con regolare contratto di assunzione, abbiamo una bottega scuola. La Provincia ci permette di avere apprendisti con contratti di formazione lavoro. Puoi ben capire che, negli anni,sono passati da noi parecchi giovani che hanno a disposizione tre anni di formazione per imparare un lavoro buono e remunerativo. Come in tutti i lavori, si deve iniziare dalla gavetta che, come tutte le gavette, è dura. Si tratta di togliere strati di vernice dai mobili, usare la paglietta di ferro per pulirli,sverniciarli con solventi chimici e così discorrendo. I giovani italiani che si sono avvicendati da noi, nonostante lo stipendio iniziale di 500 euro dati dalla Provincia, più altrettanti da noi,anche se non gli spettavano, sono fuggiti a gambe levate dopo poco tempo. Ritenevano di essere sfruttati, senza mettere in conto che stavano imparando un lavoro ed anche apprendendo nozioni di storia dell'arte e,direi, di vita. Il nostro capoperaio, che lavora con noi da 15 anni, è Romeno ed è persona di assoluta onestà, intelligenza, buon cuore e disponibilità. Attraverso lui, sono arrivati da noi tanti ragazzi romeni e ti posso assicurare che, a differenza degli Italiani,si sono dimostrati desiderosi di lavorare, di imparare, di conoscere nuove cose e di collaborare con noi. Alcuni sono andati via, tornando nel loro paese, ché avevano solo bisogno di un po' di danaro guadagnato qui per poter costruire qualcosa a casa loro, altri hanno ora una attività in proprio, qui in Italia, altri sono rimasti con noi, e sono assolutamente affidabili ed onesti. Noi senza di loro non potremmo vivere e guadagnare.
Un ragazzo italiano che ha lavorato da noi per breve tempo si è introdotto successivamente nel laboratorio rubando macchinari ed utensili. Un altro è arrivato al punto di minacciarci fisicamente perché riteneva di dover avere danaro che non gli spettava. Un altro si è messo in malattia, stando benissimo, per quattro mesi e, al ritorno,dopo aver sottratto soldi a noi e all’amministrazione, è andato via. Molte altre persone che conosco potrebbero parlarti in termini entusiastici di migranti Romeni e non: persone che accudiscono i loro cari, o che puliscono le loro case o lavorano nei campi o provvedono agli animali. Ora mettiamo la tua esperienza vicino alla mia e riflettiamo.Devi sapere, mio caro, che, da sempre, le grandi migrazioni di popoli hanno spostato persone disperate, affamate, ma anche la delinquenza: è inevitabile. I delinquenti vanno puniti, stranieri ed Italiani, tutti. Mia madre è stata scippata a Pescara da un ragazzo pescarese che si droga: non mi sembra un buon motivo perché io diventi razzista verso i Pescaresi. Non trovi?In Sicilia ci sono tantissimi mafiosi, non per questo mi sento di dire che tutti i Siciliani lo sono e che non voglio che vengano in Abruzzo. Mi sembra invece costruttivo auspicare che le forze dell’ordine facciano il loro dovere e che ci sia, a seguire, la certezza della pena. Tu vuoi andare a vivere a Londra, ebbene, non so se ci sei già stato, io ci vado spesso, lì avrai modo di vedere una vera società multirazziale dove non esistono discriminazioni e dove la persona va valutata per ciò che vale, non per la sua etnia.
Scusa il lunghissimo commento che non ho neanche tempo di rileggere. Spero di averti portato un altro punto di vista costruttivo.
Guarda, dopo aver partecipato a molte manifestazioni, anch'io la penso come tuo figlio. E nell'articolo di Barnard che hai linkato nello scorso post, così come in La testa degli italiani di Beppe Severgnini, trovi il perché.
RispondiEliminaGli italiani sono un popolo molto cinico: soprattutto dopo che per decenni sono state promesse svolte epocali, puntualmente finite nel solito magna magna, mi sembra logico che, di fronte a grandi discorsi su difesa della legalità, della trasparenza della politica ecc. l'italiano medio dica "va bene, va bene... ma in sostanza, quanto devo pagare?"
Anna,
RispondiEliminadi esperienze come le tue ce ne sono tante, ma io che sono un ragazzo 15enne, dopo essere stato minacciato e derubato da un romeno, di certo non ne posso parlare bene. Forse ho esagerato parlando male di tutti. E ti dò ragione.
Ringrazio Anna per aver raccontato la sua esperienza.
RispondiEliminaPandoro, tranquillo. La tua reazione è comprensibile. Ma siccome sei un ragazzo che ragiona penso che capirai che un deliquente è un delinquente, un lavoratore onesto è un lavoratore onesto. Il ragazzo che ti ha derubato e minacciato è un delinquente, punto. L'operaio rumeno che è morto a Scarlino era un lavoratore, punto.
Il problema vero è allora che la giustizia deve funzionare. Chi delique, deve pagare, italiano o extracomunitario che sia. E aggiungo: anche se è stato eletto dagli Italiani a capo del governo!
Marco, capisco il sentirsi demotivati. Ho paura però che il regime strisciante che si sta insinuando conti proprio sulla stanchezza e lo scoraggiamento di molte persone. La manifestazione in piazza probabilmente è un'arma spuntata, come lo è probabilmente il referendum. Ma chi si sente indignato e incazzato che deve fare secondo te? Mi cerco l'articolo di cui parli. Grazie per la segnalazione.
Marco, ho visto che La testa degli Italiani è un libro e non un articolo. Quindi la lettura non è immediata ma ho letto gli estratti su internet per averne un'idea. Mi sembra che il giornalista abbia un acuto spirito critico. Mi sembra che descriva puntualmente molte comuni (purtroppo) caratteristiche italiote. Per essere sincera, però, io personalmente mi rivedo solo in parte nel quadro che lui fa.
RispondiEliminaPer esempio:
"Noi italiani non abbiamo un'immagine idilliaca del nostro paese, come gli svizzeri o gli svedesi; né un'immagina epica, come gli americani, i russi o i polacchi. Noi abbiamo, dell'Italia, un'immagine festosa. Il caos gradevole è la nostra aspirazione"
Personalmente non apprezzo assolutamente il caos italiano
"Un professionista che dichiarasse un quarto del suo reddito, in quasi tutto l'Occidente, si sentirebbe in colpa; in Italia si considera un silenzioso vendicatore"
Io invece mi sentirei in colpa.
"Quando sentite un italiano invocare la legalità, state sicuri: ha in mente qualcosa d'illegale. Come minimo, intende giustificarlo"
Francamente cerco di rispettare il più possibile le regole, dal non buttare rifiuti per terra, a salire sull'autobus dalla parte giusta, ecc. Al massimo mi concedo raramente qualche divieto di sosta quando non ho proprio altra possibilità e comunque mai dove intralcio. Quindi non credo di invocare la legalià pensando a qualcosa di illegale, anzi, semmai mi sento una fessa.
Questi invece sono i passi che mi sono piaciuti:
"L'orgoglio dell'intelligenza, che spinge a cercare inutili circonvallazioni. La norma è giudicata pedante; l'infrazione, attraente. Dimentichiamo due cose: in ogni società efficiente la disciplina di molti è importante quanto la genialità di qualcuno; e scambiare il genio con l'astuzia è come confondere Michelangelo e un madonnaro."
"un processo civile che dura in media sette anni è un incentivo per i furbi e una beffa per gli onesti."
"Serve qualcuno che indichi l'orizzonte, tracci la rotta, dia fiducia all'equipaggio e dimostri, quando serve, di saper reggere il timone."
"La piazza è la ribellione dell'uomo solo: il posto dove si va per trovare altri."
Tra l'altro proprio nel tema di questo post.
Grazie ancora per lo spunto.
Cari tutti grazie per questa bella discussione, cui arrivo tardi. Che cosa aggiungere alle argomentazioni di Anna e di Artemisia? Proprio niente. Solo una impressione, Pandoro. Tu con il tuo desiderio di andare a vivere in un altro paese, un paese migliore, saresti un perfetto emigrante. Di fatto lo sei già. E' un sentimento come il tuo, anche se infinitamente più forte perché nasce da condizioni di vita infinitamene peggiori, che spinge la maggior parte degli emigranti a lasciare le loro terre e a venire da noi. Cercano un paese che offra loro la possibilità di una vita migliore. Tu sei scontento del nostro paese pur vivendo in una condizione di privilegio rispetto a milioni di altri ragazzi. E, senza pensare minimamente di andare a delinquere, vuoi andare in un paese nuovo, migliore. Il tuo desiderio è giusto, è legittimo. Lo è anche quello dei marocchini, cingalesi, senegalesi, romeni ecc che vengono da noi.La terra è una. Ogni pezzetto di terra ha le sue leggi. Prendiamocela con chi non le rispetta non con chi entra sul nostro territorio con l'intenzione di lavorare.Io non credo che tu sia razzista. Nelle tue parole non sento disprezzo, ma delusione per le ingiustizie subite da te e dai tuoi amici. Ed hai ragione. Per questo è così importante che la giustizia di un paese funzioni; perchè altrimenti le vittime di un reato accumulano rancore, desiderio di vendetta e voglia di rivincita. In casi particolari possono anche diventare razzisti. Che è la cosa peggiore che possa succedere, non solo alla società, ma a loro stessi. Terranno lontani da se stessi chissà quanti possibili amici, collaboratori, maestri, compagni! E magari, anche amori!
RispondiEliminati abbraccio pandoro, marina
Sì, La testa degli italiani è un libro, seppur molto breve. Purtroppo non ce l'ho a portata di mano perciò non posso citarti il punto più interessante (la motivazione storica del disinteresse degli italiani per il "conflitto d'interessi").
RispondiEliminaPer quello che riguarda ciò in cui non ti rivedi, sappi che non mi ci rivedo nemmeno io, ma Severgnini non parlava di ogni singolo italiano.
Io dico che le manifestazioni non servono a niente perché tra il 2001 e il 2006 ne sono state fatte decine; sono usciti libri, almeno tre film (Viva Zapatero!, Il caimano e Quando c'era Silvio, un titolo che più portasfiga non poteva essere), ogni settimana Furio Colombo - cui voglio un bene dell'anima, sia chiaro - si profondeva in un editoriale-fiume sul berlusconismo principio e fine di tutti i mali (che ogni volta era la copia carbone dell'editoriale della settimana prima), i blog straboccavano di banner antiberlusconiani. È servito a smuovere le coscienze? Dai risultati direi di no. Soprattutto perché il tono, in media, era quello del mitico "appello per un referendum morale" di Umberto Eco: il modo migliore per tagliarsi le gambe.
Io dico che, anziché incazzarci e fare cortei dove siamo sempre i soliti, dovremmo lavorare proprio su quelle persone che non la pensano come noi. E per farlo dobbiamo innanzitutto smetterla di guardarle dall'alto in basso, e ascoltarle. Forse sono troppo ottimista, ma parlo così perché per 5 anni mi sono fatto venire il sangue amaro e ho tirato fuori il peggio di me. E ho voltato pagina :-)
Marco, capisco quello che vuoi dire e mi rendo conto che abbiamo un percorso in comune. Anch'io stimo molto Furio Colombo, per esempio, ma anch'io trovo che i suoi editoriali siano la fotocopia uno dell'altro.
RispondiEliminaCiò nonostante al "lavorare sulle persone che non la pensano come noi" ci credo poco. O meglio, credo che sia essenziale lavorare sulle giovani generazioni. Ma questo lo posso fare e lo faccio sui miei figli e lo possono fare (spero che lo facciano) gli insegnanti. Lo fanno i tanti esponenti della società civile che girano le scuole (da Gherardo Colombo a Don Ciotti). Benissimo. Ma nell'immediato sono convinta che gli attuali elettori di destra non li convinci. Quando li sento parlare mi pare di essere proprio su pianeti diversi. Io non ci riesco non dico a convincerli ma nemmeno a discuterci con certe persone. Non so te!
Viceversa le manifestazioni che abbiamo fatto tra il 2001 e il 2006 e i film che citi secondo me qualche risultato (se non altro di contenimento dei danni) lo hanno dato. Certo lo so che siamo una minoranza ma guai se questa minoranza non si facesse nemmeno sentire!
Se trovi il passo di Severgnini a cui accennavi fammelo sapere!
Infatti se funzionasse la legge non sarei qui a commentare.
RispondiEliminaArtemisia, il nocciolo secondo me sta nel fatto che siamo troppo concentrati sul risultato immediato.
RispondiEliminaMentirei se negassi che anch'io non trovo facile discutere con elettori di destra - è lì che ho tirato fuori il peggio di me. Ma dovremmo noi per primi vivere la cosa con più serenità: ha vinto Berlusconi? Pazienza, non è la fine del mondo; la gente ha deciso così per delle ragioni, cerchiamo di capire quali e agiamo di conseguenza: non trinceriamoci dietro Umberto Eco e soci - "hanno votato Berlusconi, quindi o sono razzisti, o sono catto-ayatollah, o sono evasori fiscali, o sono caproni imbambolati dalla tv."
Quanto ai film, può darsi che senza di essi saremmo finiti allo sfacelo, ma lì non è stato detto niente che gli spettatori già non sapessero - e, avendo appiccicata addosso l'etichetta di "comunisti" , nessuno degli elettori di destra li ha guardati, oppure li ha cestinati tra la propaganda. La loro funzione consisteva nel rassicurare chi già aveva votato centro-sinistra (o recuperare qualche astenuto); il messaggio era "tranquilli, ci siamo ancora." Ma niente è stato fatto per conquistare nuovi elettori.
Non ci posso venire, a Roma martedì...ma idealmente ci sono, e sono assolutamente d'accordo con te.
RispondiEliminaLe manifestazioni SERVONO. Non servono a raggiungere scopi particolari, ma servono ad imparare ad uscire ancora di casa, portare la propria fisicità in un luogo, fare fatica, fare uno sforzo per dare corpo ad una idea, ad una opinione.
E poi a guardare la gente che la pensa come te: a vedere che faccia ha, vederne i sorrisi e il piacere di non aver rinunciato ad esprimere quel che pensa.
L'alternativa per rendere visibile la propria opinione? Non ne vedo un'altra che possa legare l'essere con il dire nello stesso modo. Anche Berlusconi capi che comunque era importante, portare fisicamente in piazza tre milioni di coloro a cui normalmente chiede di stare passivi, buoni a casa, davanti alle TV. Anche scrivere su un blog, per quanto serva a mettere in circolo idee e confrontarle, è un atto fondamentalmente immateriale.
Vestirsi, uscire, camminare con gli altri, ascoltare chi parla da un palco ha un valore molto più importante. Non lo faccio sempre, non lo faccio per qualsiasi motivo (anche in questo caso mi arrogo il diritto di scegliere dove portare il mio corpo, a quale idea dare fisicamente peso), ma quando lo faccio ne sono orgoglioso.
@pandoro: nel 2003 sono andato a fare un viaggio in Romania con il camper, quindi mescolandomi a sufficienza con la realtà locale senza la protezione di operator tour e alberghi internazionali. L'ho trovato un paese non solo molto bello da visitare, ma colmo di una umanità che qui si è persa da tempo ormai. C'erano, come ovunque, dei personaggi locali insopportabili, ma erano in gran parte quelli che avevano assorbiti i nostri miserabili miti: i soldi, il potere, e la loro esibizione spudorata attraverso i soliti simboli (auto e abbigliamento).C'erano poi, ancor più schifosi, troppi italiani giunti come avvoltoi a svolazzare sulle ragazze locali, pronti a comprarne la semplicità con quattro soldi, come in Thailandia o a Cuba. Da quel viaggio, come dagli altri che feci negli anni scorsi in giro per l'Europa sempre "senza filtro", riportai sempre una sgradevole sensazione che si può condensare in un paio di domande: "con che coraggio noi italiani pensiamo di giudicare gli altri? Con che coraggio pensiamo di essere migliori?"
RispondiEliminaBerlusconi ha già mandato in rovina l'Italia; questo terzo (ufficialmente, il quarto) governo è solo la dimostrazione che ne è ancora in grado.
RispondiEliminaIl centro-sinistra non sarebbe stato da meno: una massa di incompetenti e ipocriti, come nel centrodestra. Purtroppo è questa l'attuale politica italiana, e se non si fa veramente qualcosa per cambiarla, rimarrà tale per ancora molto tempo.
Alle manifestazioni è bene andare, ma se si è sempre una minoranza esigua non si cambierà veramente mai la situazione. L'ho ripetuto tante volte l'Italia fa schifo, ma gli italiani di più.
Lorenzo
Marco: vorrei essere piu' tranquilla come lo sei tu. Ma se avesse vinto una destra "normale", una destra europea, con senso dello Stato e delle istituzioni, con in mente una ricetta economica a tutela delle classi piu' agiate e stop, anch'io direi: "va beh, non e' la fine del mondo. Stiamo a vedere. Se questo governo mi fa funzionare meglio la scuola, la sanita', riesce a contrastare la criminalita', sono contenta." Questa pero' e' una destra incompetente, cialtrona e xenofoba. Non sara' la fine del mondo ma puo' essere la fine della nostra costituzione e di quello che c'e' rimasto del pubblico (scuola, ricerca, sanita', ecc). Quindi io non riesco a non essere furibonda.
RispondiEliminaNon mi interessa se le manifestazioni non smuovono un voto, mi interessa esprimere la mia rabbia e la mia preoccupazione esattamente come ha ben descritto Luposelvatico.
Lorenzo: ben tornato. Temevo che fossi sparito. Io ho un giudizio cosi' equamente negativo. Se non altro la sinistra il senso delle istituzioni ancora ce l'ha.
Lupo ti abbraccio forte e, se riesco ad andare a Roma (il dubbio e' su come tornare in serata), porto virtualmente anche la tua partecipazione.
E' innegabile che siamo arrivati ad uno stato pieno di contraddizioni, emergenze sociali e ingiustizie quotidiane che denigrano le radici stesse della nostra società tanto da porci il dubbio che ci troviamo ancora in un paese democratico.
RispondiEliminaPersonalmente ritengo che sia riduttivo prendere come capro espiatorio solo l'attuale presidente del consiglio (che beninteso non ha la mia benchè minima approvazione) ma tutta la società a partire dalle lobby dei petrolieri, dei banchieri, dei farmacisti, dei giornalisti, dei telefonici, degli avvocati, ecc. che son talmente potenti ed influenti che decidono loro le nostre sorti e non esitano ad utilizzare le più becere azioni per imporsi (tra questi anche magistrati e politici).
Non è una manifestazione che può cambiare tutto, ma può esser solo uno spunto di riflessione per cercare di cambiare ognuno di noi e chi ci sta affianco.
Ultima annotazione: penso (maliziosamente) che qualunque iniziativa contro Berlusconi sia destinata al fallimento in quanto anche alla sinistra (e non solo quindi alla destra) faccia comodo "tenere" un capro espiatorio su cui prendere consensi... (altrimenti nelle varie occasioni che la sinistra era al governo poteva benissimo, anzi doveva, intervenire con leggi tipo quella del conflitto d'interessi, riforma delle televisioni, ecc.).
Spunto, sono piu' che d'accordo: le lobby di cui parli hanno assai piu' colpe di Berlusconi e la sinistra al governo ha fatto molto molto poco. Cio' nonostante chi tace acconsente, quindi io non voglio tacere.
RispondiEliminaOkay, eccomi in ritardo sulla discussione (Artemisia, il periodo di "scazzamento" pare non essersi ancora concluso...)
RispondiEliminaHo letto l'intera discussione e mi ha colpito il primo messaggio di Pandoro, ed e' su quello che mi soffermo un attimo:
Innanzitutto vorrei dire che la parola "extracomunitario" non e' appropriata, perche' si riferisce a coloro che provengono da un Paese che non appartiene alla Comunita' Europea, e i Rumeni invece vengono dalla Romania che nella comunita' europea c'e' eccome. Quindi, a rigore, se si parla di marocchini, senegalesi, sudafricani, svizzeri, russi, canadesi... si puo' parlare di extracomunitari, ma se si parla di italiani, francesi tedeschi, norvegesi, polacchi, rumeni... no.
Poi vorrei portare anche il mio caso personale. Io sono comunitario. Anzi, sono italiano. Anzi, sono lombardo. Da almeno cinque generazioni sia da parte di padre che di madre sono lombardo. Pero' ho sposato una cittadina extracomunitaria. Quindi, sciacquati la bocca quando dici che gli extracomunitari sono delinquenti, perche' implicitamente stai dicendo che mia moglie e' delinquente. Ahahah.... vabe', dai, non mi sono offeso nemmeno 'sta volta. Pero' vacci piano, davvero, perche', anche se queste accuse un po' ingenue non mi offendono, quando si tratta di sentirsele dietro le spalle ogni singolo istante, cominciano a rovinarti un po' la vita. Solo un po', ma non vedo perche' subire.
E' vero, mia moglie e' una extracomunitaria un po' "atipica", perche' e' cittadina di un Paese che non e' tipicamente patria di chi viene in Italia in cerca di lavoro. E' cittadina USA, ma alla fine deve subire dagli italiani doc tutte le solite cose che devono subire gli extracomunitari piu' "tipici". Per due ragioni:
1) le cose burocratiche le deve fare tale e quale agli altri immigrati extracomunitari. Cioe', per esempio, sai che cosa vuol dire fare una fila per il rinnovo del permesso di soggiorno? Bene, allora ti consiglio una esperienza. Vai alla questura di Lecco (ma immagino che sia un po' dappertutto cosi'). Aprono alle otto di mattina ma alle sette c'e' gia' la fila. Entri e scopri che devi prenotare. Fai finta di avere un amico che deve richiedere il permesso di soggiorno, e capita che il poliziotto ci caschi e ti dia una data (tipo due mesi dopo. Dopo due mesi ci torni, e con la prenotazione puoi entrare. Ti ritrovi in un girone dantesco dove centinaia di persone sono li' a cercare di capire che cosa bisogna fare per ottenere cio' di cui han bisogno. Chiedono ai poliziotti i quali rispondono male. A volte ci sono persone extracomunitarie dietro un banchetto apposta a distribuire informazioni, e in questo modo magari riescono ad entrare, dopo mezza giornata in fila, in un gabbiotto dove in modo maldestro ti prendono le impronte digitali. Ora, che c'e' di male nel dare le impronte digitali? Niente, in se, salvo il fatto che ti fanno sentire diverso. Alla fine riesci a fare le tue cose burocratiche perdendo almeno una giornata di lavoro (e per un immigrante in attesa di permesso di soggiorno non e' affatto poco). Te ne vai a casa con la tua prenotazione fatta, e dopo due mesi rifai tutta la trafila per ritirare il permesso di soggiorno che ti sei cosi' faticosamente conquistato. Ora, a parte l'aspetto burocratico, che forse sembra una esagerazione, ma ti assicuro che non lo e', la cosa che mi ha colpito e' come 'sti stronzi trattino male le persone. A tutti, finche' arriva il cittadino "atipico" (mia moglie accompagnata da me), quando, guardando il passaporto, si rendono conto che si tratta di un paese "progredito", e allora abbozzando il primo sorriso della loro giornata (ormai e' gia' pomeriggio!), cominciano a leccarla come fanno i cani con i padroni quando e' ora di pranzo.
2) se mia moglie non mostra il passaporto ed il suo interlocutore non e' perfettamente inglese madrelingua, non sembra affatto statunitense. I genitori sono immigranti filippini, e quindi i suoi tratti somatici sono filippini. E se uno la vede per strada la scambia per una filippina, cioe' una che fa la serva nella casa di un ricco. Non voglio affatto spregiare questo mestiere, ma se quando porta i cani al passeggio si fermano e dicono "sono proprio belli i cani della sua Padrona", o addirittura quando passeggiamo insieme la scambiano per la mia serva, e se per caso ci abbracciamo o baciamo in pubblico ci guardano come se io stessi a tradire mia moglie con la domestica, be', allora significa che gia' ti giudicano per il colore della pelle, o per gli occhi a mandorla o per altre cose che nemmeno somigliano lontanamente ai cazzi loro. Ma poi succede anche che alla fermata a richiesta dell'autobus il guidatore decida che non val la pena di fermarsi per far salire solo una filippina... oppure che al supermercato la cassiera restituisca il resto a me quando le banconote sono state consegnate da mia moglie, be', allora si capisce che forse il problema dell'integrazione c'e', ed e' difficile dire "no, io sono uno che fa beneficenza per i bambini africani" o "a me mi hanno derubato", senza preoccuparsi di chi siano sti bambini africani o sti tipi che ti hanno derubato.
Anch'io sono stato scippato da un extracomunitario. Mmmh... "furto con destrezza" e' il termine che hanno usato quando ho fatto denuncia. Un tipo di colore alto come un giocatore di basket e vestito con vestiti firmati ai Murazzi a Torino mi ha fatto "il gioco della mano", a cui io non ho potuto sottrarmi. Si tratta di stringerti la mano in diversi modi, tra cui quello che fa scivolare il braccialetto d'oro dal mio polso alle sue dita senza che io me ne accorgessi, anche perche' ero intento a guardare altri cinque o sei ragazzi dello stesso colore con gli stessi vestiti firmati addosso che mi hanno circondato. Quando mi sono accorto di che cosa fosse avvenuto quelle persone erano gia' sparite.
Quindi non si tratta di poveracci, ma di persone coinvolte nella criminalita' organizzata. Insomma, immigranti che vengono qui per cercare una vita onesta e invece trovano solo la criminalita' ad attenderli. E che cosa dovrebbero fare, morire di fame in una societa' ricca? Io, al loro posto farei lo stesso.
Poi ci sono gli accattoni da metropolitana, che hanno fame non nel senso che hanno appetito, ma che gli mancano i soldi per vivere. Il che significa che la merendina offerta dal signore in vena di sarcasmo gratuito non gli risolve il problema, perche' l'accattonaggio e' uno stile di vita che uno non si puo' scegliere, cosi' come lo e' il lavoro onesto. E comunque meglio essere accattoni in un posto ricco come l'italia che morire di fame in un posto povero come il Senegal.
Poi, per metterci "il carrico di undici", ed essere corretti ed onesti, dobbiamo ammettere che il motivo per cui siamo ricchi (e per ricchi non intendo nuotare nell'oro come Paperone, ma riuscire ad andare a scuola, avere la pagnotta assicurata, insomma, avere tutto quel che ci serve e anche molto che non ci serve), e' sostanzialmente legato al motivo per cui nei paesi poveri sono poveri. Sostanzialmente, per ogni figlio che una come tua madre puo' mantenere nell'abbondanza delle vacche grasse c'e' un figlio di una madre africana che muore di fame e di sete. Anzi, forse piu' di uno. E le due cose sono collegate eccome.
Se quelli non fossero morti di fame, non immigrerebbero in Italia. Oppure, se lo facessero lo farebbero per ragioni analoghe a quelle di mia moglie (cioe' per vivere con me) e non per cercare una ricchezza che noi in linea teorica potremmo offrire loro, ma che in realta' ben ce ne guardiamo dal farlo.
Sono d'accordo con Artemisia. La criminalita' va repressa. Ma non perche' quelli sono cattivi, ma perche' va coltivata invece l'onesta'.
Ma sara' solo un caso che la criminalita' (quella dei furtarelli, non quella organizzata della mafia) e' legata alla poverta'? Io non credo. Io non credo nemmeno nella statistica che riporta il magistrato citato da Artemisia. In generale io credo che la criminalita' spicciola, con l'immigrazione extracomunitaria, cresce. Certo. Io mai e poi mai ruberei un portafoglio in metropolitana. Perche' dovrei farlo? Non ho mica bisogno di quei soldi!
Piuttosto trascuro di valutare il problema morale in altri tipi di furto. Ad esempio quando vado al bar a prendere il caffe' capita che non esigo lo scontrino fiscale che per qualche ragione a me oscura non mi viene dato. Ma questo e' un altro discorso.
In ogni caso sarebbe bello leggere una notizia (o un commento su un blog) che dice "sono stato derubato da un criminale", piuttosto che "...da un extracomunitario". Quanto meno la generalizzazione esprime un buon motivo per lamentarsi!
"un attimo" era un eufemismo :-)
RispondiEliminaGrazie, Dario. Stavo in ansia perche' il tuo commento non arrivava :-)
RispondiEliminaSi', lo so che alla discussione mancava tutta la parte del perche' i migranti siano costretti alla criminalita' non avendo altra scelta e del fatto che il nostro benessere di paesi occidentali poggia le sue basi sulla miseria dell'altro 80% del mondo. Mi sembrano pero' concetti difficili per un ragazzo di 15 anni a cui nessuno, a quanto pare, ha mai parlato di queste cose ed inoltre mi sembra anche difficile spiegarlo tramite i commenti di un blog. Credo che per i ragazzi siano piu' efficaci altri mezzi tipo la visione di un documentario come China Blue o quelli di C'era una volta e comunque dovrebbe essere la scuola che forma questo tipo di coscienza.
Ti ringrazio anche di aver raccontato la tua esperienza (l'argomento questura e commissariato in questi giorni suscita il mio nervosismo!).
Ho letto ora il commento di Pandoro.
RispondiEliminaIo penso che questa xenofobia ingiustificata sia fomentata dall'informazione di cui disponiamo in Italia; dalla televisione ai giornali, e tutto ciò che può essere legato in qualche maniera a partiti politici. Questi ci colmano il cervello con notizie che riguardano solo i crimini commessi dai soliti "sporchi clandestini": rumeni, albanesi, rom e così via. Da sottolineare, comunque, che essi non sono extracomunitari, in quanto fanno parte dell'Unione Europea.
Ma, se ci si informa bene e si guarda veramente in faccia la realtà, si potrà scoprire con un certo stupore e con grande amarezza che i crimini commessi dagli stranieri non sono certo paragonabili a ciò di cui sono capaci gli italiani, un popolo costituito da una ben più alta percentuale di idioti.
Per quanto riguarda la carità a cui fai riferimento, c'è una bella frase di una canzone di De André ("Khorakhanè") che, spero, possa illuminarti almeno un po':
"Ora alzatevi spose bambine
ch'è venuto il tempo di andare
con le vene celesti dei polsi
anche oggi si va a caritare
e se questo vuol dire rubare
questo filo di pane tra miseria e fortuna
allo specchio di questa kampina
ai miei occhi limpidi come un addio
lo può dire soltanto chi sa di raccogliere in bocca
il punto di vista di Dio".
Mi diverte abbastanza anche pensare come noi italiani in passato siamo stati proprio degli immigrati in molti paesi come gli Stati Uniti, e abbiamo regalato loro gente come Al Capone.
Lorenzo
Ben detto, Lorenzo. Consiglierei a tutti i ragazzi (ma anche a molti adulti) di leggere il libro di Gian Antonio Stella "L'orda. Quando gli albanesi eravamo noi"
RispondiEliminaMi sto leggendo tutta la discussione.
RispondiEliminaNon per essere pignolo o noioso, ma vorrei far notare che in Italia troppe volte si tende a confondere i termini "rumeno" (cittadino della Romania) e "rom" (persona appartenente all'etnia romanì), mischiandoli e creando un orribile "romeno".
E' comunque un errore perdonabile, tenendo conto che sbagliano (forse volontariamente) anche i giornalisti.
Artemisia, scusami se ti provoco un po' ma una domanda mi sorge spontanea: una volta che la manifestazione è finita ti senti meglio?
RispondiEliminaNel mio caso - e ho partecipato a più di una, ribadisco - l'euforia lasciava presto il posto allo sconforto. Lo stesso valeva ogni volta che finivo di leggere, o uscivo da una presentazione, di un libro di Travaglio; mi dicevo: "è tutto così logico, com'è che la gente non vede?"
A parte la domanda successiva ("e se fossimo noi dei mediocri strateghi?"), perdonami, ma il mio è anche istinto di sopravvivenza :-)
Quanto alla destra "moderna ed europea," non mi convince più così tanto questa argomentazione: l'Italia è una nazione partigiana, per cui secondo me non sarebbe accettata nemmeno quella. Magari da te e da me sì, ma non dalla maggioranza degli elettori di sinistra. È questo anche il motivo per cui la parola regime non fa l'effetto che i vari Colombo, Travaglio e Maltese sperano: perché per anni - mi racconta mio papà - si è strepitato al "regime democristiano." Al quale siamo tutti sopravvissuti.
"una volta che la manifestazione è finita ti senti meglio?"
RispondiEliminaSì
...non e' stato chiesto a me, ma rispondo lo stesso.
RispondiEliminaQuando vado ad una manifestazione (non a molte, ma ad alcune sono andato) sto proprio male. Perche' odio la folla. Evito gli spazi affollati perche' sto davvero male fisicamente.
L'unica cosa che mi fa stare un po' meglio durante la manifestazione, e' di essere attorniati da persone con cui si condivide qualcosa. Sarebbe meglio essere attorniate da dieci persone anziche diecimila, ma tant'e'.
Poi, quando la manifestazione si disperde, comincio a respirare, e si rimane con la consapevolezza che il mondo normale non e' composto da persone che la pensano cosi', e quindi che il mondo della manifestazione e' illusorio. Rimane solo il dubbio che la manifestazione non sia quindi servita a niente.
Insomma, per me la manifestazione non e' molto gratificante per il morale, ne' durante ne' dopo.
Ma cavoli se e' sacrosanta!
Si, dopo una manifestazione sto meglio, però...però è ovvio, sto in mezzo a gente che la pensa come me, che mi rassicura e mi fa sentire giusto.
RispondiEliminaMa sai quando sto davvero bene? Quando riesco a trovare un punto di intesa con qualcuno che non la pensa come me. La diversità di opinioni è una ricchezza straordinaria, se entrambi gli interlocutori sono disposti a mettersi alla prova. Se sono disposti a mettere alla prova in una discussione quello che pensano ed affermano, senza arroccarsi dietro slogan o dietro il disprezzo per gli altri (ed è questo quel che non tollero, in questa destra).
Quando in Consiglio Comunale porto, con il mio gruppo, una istanza che ritengo utile per la collettività (che so, la richiesta di apertura di un micronido), e discutendo con la maggioranza riusciamo a trovare pragmaticamente un punto di intesa che metta d'accordo i diversi punti di vista e accetti anche in parte la nostra proposta, io sono contentissimo.
Quando nel Consiglio di Istituto del liceo di mia figlia noi genitori discutiamo e litighiamo duramente (perchè il conflitto rispettoso è una forma di confronto necessaria) con i docenti sui debiti formativi, ed alla fine scopriamo che siamo riusciti a parlarci ed a trovare un punto di partenza comune su cui lavorare, io sono felicissimo.
Ecco, avere delle idee vuol dire essere disposti a confrontarle in un ambito dove, alla fine, occorre produrre un risultato pratico, concreto per la collettività, senza pensare che necessariamente il proprio punto di vista debba risultare vincente. La politica è l'arte del possibile, ma è necessario ascoltare, rispettare, comprendere.
Quindi, Lupo, il succo e' che esteticamente ti piacciono le manifestazioni, ma le ritieni inutili e quindi superflue?
RispondiEliminaPoffarbacco, Dario, io rileggo le cose che scrivo ma spesso non riesco a leggerci le cose che ci leggi tu. Son io che scrivo obliquo o tu che leggi obliquo?:-)
RispondiEliminaMah... io mi preoccuperei di piu' di stabilire se cio' che io e tu ci leggiamo corrispondono effettivamente a verita'.
RispondiEliminahttp://www.sinistralink.blogspot.com/
RispondiEliminaInoltriamo la seguente segnalazione ricevuta dall'ANED (Associazione Nazionale Ex-Deportati, Torino):
Tutti in piazza contro le leggi-canaglia.
A TORINO COME A ROMA (Piazza Navona)
Torino, 8 luglio, manifestazione in piazza Castello, ore 17.00.
Passaparola!
Facciamo nostro l’appello!
http://www.sinistralink.blogspot.com/