sabato 12 dicembre 2009

Allora, come va mio figlio?

Sono reduce da un massacrante pomeriggio trascorso al liceo di mio figlio: dalle 15.30 alle 17.30 per 4 colloqui con altrettanti professori ciascuno di durata dai 30 secondi ai 3 minuti.
In casa la discussione si ripete ogni anno da quando il figlio era alle medie: servono veramente questi colloqui? Gli insegnanti hanno davvero piacere di parlare con TUTTI i genitori oppure, tranne che per alcuni casi particolari, basta che questi siano a conoscenza dei voti?
Mi piacerebbe un parere delle amiche blogger insegnanti o ex insegnanti.
Mio marito (che tra l'altro per un breve periodo ha insegnato) è convinto che non serva a nulla andare a parlare con i professori, soprattutto con quelli delle materie che hanno poche ore e che quindi non sono in grado di conoscere i ragazzi più di tanto.
Io invece ritengo che si debba andare per vari motivi: 1) dimostrare al figlio che ci interessiamo di lui; 2) dimostrare al professore che ci interessa il suo lavoro; 3) scoprire un ritratto di nostro figlio da un'angolazione diversa. Devo dire che quest'ultimo scopo lo si ottiene raramente. Il più delle volte (e in questo ha ragione mio marito) il colloquio si svolge in trenta secondi con lo sciorinare dei voti e con il classico mantra "potrebbe fare di più", "le capacità ci sono ma non si impegna", "ha poca voglia". Mi chiedo che cavolo dicono a quelli che ci schiacciano venti minuti. A me non è mai capitato. Ci aggiungerei infine anche un minimo di socializzazione e di conoscenza degli altri genitori durante le lunghe attese.
Tornando a casa, dopo l'estenuante pomeriggio in gran parte fatto di attesa in piedi sulla soglia della porta sperando che non spuntino quelli in lista prima di me (che immancabilmente compaiono quando ho già un piede dentro l'aula), pensavo come sarebbe più proficuo per tutti organizzare dei colloqui via Skype o in audio/video conferenza con prenotazione. Fantascienza, lo so. La scuola pubblica, ora come ora, è già tanto se ha la carta igienica nei bagni.

35 commenti:

  1. A mio avviso servono, ma non più di un paio di volte l'anno; servono per tenere il contato con la scuola e il corpo insegnanti, servono per conoscere con chi studia il proprio figlio, servono a capire lo stesso figlio ed eventualmente incoraggiarlo.
    Rifletto sulle tue ultime note, sull'utilizzo di skype e della rete, e sono sicuro in un futuro sarà così, magari tramite una video conferenza programmata: basta solo volerlo.
    Buon fine settimana.

    Rino.

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. ops, scusa avevo postato il commento due volte.

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  4. cara amica, io ogni volta che vado a scuola, anche se mio figlio f la 3 elem., esco in lacrime, e non scherzo, davvero...
    per tutte le cose che mi dicono mi sento un senso di fallimento addosso,
    ciao e buon sabato

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  5. Da marito di una prof devo dire che lei si è sempre, alla fine della giornata dei colloqui, sentita sfinita e anche un po' delusa. Delusa perché i genitori sono tanti, e quindi non si può dedicare ad ognuno il tempo che sarebbe necessario; perché in genere i genitori che brami perché ci siano sono proprio quelli che non vengono; perché ci sono alcuni genitori che non sarebbe necessario che vengano, ma sono quelli che non mancano mai, e non capiscono che non si può dedicare a loro tutta l'ora a disposizione.
    Però alla fine dice che guai se non ci fossero i ricevimenti pomeridiani. Almeno lei li ha sempre ritenuti necessari.
    Pace e benedizione
    Julo d.

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  6. Io credo (spero) che un ragazzo non possa ignorare la buona opinione (sarebbe meglio la fiducia !) che i prof.hanno di lui Ho letto un libro molto bello sui rapporti che un professore ha con i suoi allievi al liceo , mi ha convinto sempre di più che se a loro piacessero questi "brutti adolescenti" avrebbero degli studenti_persone migliori. Tutte le volte che leggo un libro che possa dare lezioni d'insegnamento mi verrebbe voglia di farlo leggere come compito ai vari professori che ancora dicono, come dici nel tuo post "potrebbe fare di più!
    A.

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  7. Rino: di certo non ho nessuna voglia/intenzione di andarci più di due volte l'anno (tranne se c'è un problema specifico di cui parlare.

    Kia: ricordo di aver letto un tuo post su questa tua esperienza negativa. Per le maestre comunque è diverso perchè di solito esse hanno una conoscenza più approfondita dei bambini rispetto ai professori.

    Grazie, Julo. Mi rinfranchi.

    A: a dir la verità io condivido questo giudizio dei professori. Semplicemente trovo poco utile che me lo ripetano. Lo so benissimo che mio figlio potrebbe fare di più ma non ha voglia. Che gli posso fare? Iniezioni di voglia di studiare?

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  8. Ai genitori di un mio amico dissero: "E' brillante, ma non brilla...". Beh... almeno c'era un po' di fantasia.
    Sui "ricevimenti": una delle tante formalità del sistema italia.
    Non vado ai ricevimenti generali, ma a quelli "normali" (lo so: non è facile).
    "Potrebbe fare di più" è un mantra evergreen.
    Si ripropone il "che fare?".
    Mah... In base alla mia esperienza:
    - La cultura non ce la si fa solo a scuola. Cerchiamo (e la scuola dovrebbe incoraggiare e partecipare alla cosa)altri mezzi di "acculturazione".
    - L'importante è che i figli non perdano tempo: gli piace la musica? La meccanica? Il calcio? Ok... cerchiamo di andare in quella/e direzione. Studia poco, ma non perdere (troppo) tempo a cazzeggiare.
    - La scuola è in condizioni "critiche"
    - Non tutti i ragazzi hanno il medesimo carattere, inclinazione, tempi, etc. per studiare o per studiare le altre cose. Purtroppo in italy esistono le scuole di elite (generalmente classico e scientifico) e le scuole dove si va per studiare meno.
    - In Italy c'è una delle più basse percentuali europee di diplomati e laureati.

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  9. Grazie Giam. I tuoi commenti sono sempre stimolanti.
    Anch'io cerco per quanto possibile di evitare i colloqui generali (infatti se hai notato ho parlato con solo 4 professori, gli altri li avevo "fatti" al mattino), ma il contenuto non cambia.
    Lo so che la scuola e la cultura non sono tutto, ma infatti quello che mi preoccupa di mio figlio è proprio che "cazzeggia" troppo.

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  10. Da figlio di professoressa, mi pare che il commento di julo d. sia quello più vicino a fotografare la realtà. Poi, è vero che i colloqui pomeridiani dovrebbero essere frequentati principalmente da coloro che non hanno potuto presentarsi a quelli mattutini, mentre spesso così non è. Un po' come dal medico: in ambulatorio ci sono sempre gli stessi, quelli che vanno a farsi misurare la pressione ogni settimana, mentre quelli che rischiano un coccolone non ci vanno mai.

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  11. Se ho capito bene, Verrocchio e Julo, devo interpretare la breve durata dei miei colloqui con il fatto che, per quanto riguarda i miei figli, i colloqui non sono poi così necessari. Meglio non farlo sapere a mio marito ;-)

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  12. Bellissimo post Artemisia. Quante cose ho da dirti ini merito lol! Leggerò dopo gli altri commenti, per non esserne influenzata...
    Parto dal fondo. Video-conferenza? sai nella mia scuola, grazie ad un "fondo dedicato" (per cui la carta non c'è ma i computer sì, te lo giuro) sarebbe anche possibile. Ma nulla può sostiture un colloquio vis-à-vis, dove nel migliore dei casi si può stabilire un'empatia tra docente e genitore; nel peggiore, capire finalmente come mai il ragazzo ha tanti problemi: se il genitore risulta ansioso-iperprotettivo-vagamente odioso, non è colpa dell'alunno. Se il prof appare pedante-noiosissimo-puntiglioso e vendicativo, ecco spiegate molte cose. Dai passami la battuta, io vivo la cosa da entrambi i punti di vista e ti posso anche dire che, se gli insegnanti ti "liquidano" in pochi minuti, è quasi sempre un ottimo segno. Il mio rampollo sta trovando faticoso il passaggio alla prima media e io passo praticamente tutto il mio tempo libero in "conferenza" con i suoi docenti...con una vocina dentro di me (subito soffocata) che grida "ma il ragazzo ha ragione, questa scuola qui è noiosissima!"

    Quanto all'opportunità di recarsi ai colloqui, ti rispondo in modo più serio: credo che dipenda molto dal docente. Personalmete apprezzo sempre la cortesia di un genitore che vuole conoscermi perché dimostra stima e rispetto per ciò che faccio, ma soprattutto perché ritengo indispensabile la collaborazione dela famiglia per contribuire al "dialogo educativo" (diciamo noi in gergo lol).
    Poi non è detto che chi ha poche ore non sia in grado di vedere quel ragazzo, magari da un'angolazione diversa; o di avere quel'intuizione che può aiutarti a comnprendere "come aiutarlo".
    Anche se ti "conosco" solo attraverso il tuo blog, comunque, non credo possibile che tu sia il tipo di genitore che potrebbe, ad alcuni miei colleghi, apparire troppo ansioso o invadente. Di solito se un genitore viene a chiederti cosa ne pensi dell'andamento del figlio, perché appunto ci tiene e rispetta il tuo lavoro, noi insegnanti siamo contenti.

    Bellissimo post, mi ha svegliata da questo letargo invernale lol.

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  13. Grazie, Licia, dei complimenti e delle rassicurazioni. Se mi dici che lo sforzo è apprezzato lo faccio più volentieri.
    Non mi pare di essere particolarmente ansiosa ed invadente. L'unico mio timore è di apparire talvolta più severa degli insegnanti nei confronti dei miei figli. Nel senso che se loro mi dicono: "Sa, non mi pare che si impegni molto" mi verrebbe subito da dire: "E' vero. Sta sempre a giocare al computer. Non lo vedo mai studiare. Per quello che fa va anche troppo bene." Poi mi mordo la lingua e mi limito a sospirare. Insomma alla fine mi sembra un po' una pantomima. Salvo eccezioni, ovviamente.

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  14. Cara Artemisia, come madre e come prof ti capisco, però a volte penso anche: se non "cazzeggiano" adesso, quando mai potranno farlo? purché ottengano risultati accettabili...forse intuiscono la lotta che li aspetta, ed hanno ragione a raccogliere un po' le forze, anche "perdendo tempo".

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  15. Sì Licia, mi ricordo che all'età di mio figlio anch'io ho passato lunghi periodi senza far niente ma solo quando ero appena stata interrogata a tutte le materie e me lo potevo permettere. E poi mi dispiace quando lo vedo ciondolare ripetendo "non so che fare!" Fossi in lui farei qualcosa (non necessariamente studiare) che mi diverta e/o mi faccia sentire utile. Servirebbe moltissimo alla sua autostima. Ma per farelo, deve vincere la pigrizia e la timidezza.

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  16. L'ho già detto in altre occasioni: fui pessimo studente. Molte furono le mie responsabilità, molte furono le responsabilità della scuola. Checchè ne dica Paola Mastrocola, la "scuola di una volta" non la ricordo migliore dell'attuale. Brutto dirlo: molti insegnanti non sanno insegnare. Non ho un granchè di competenze, ma ho l'impressione che moltissimi insegnanti siano fuori da ogni aggiornamento sia sui metodi che sui contenuti. Sottolineo: purtroppo non basterebbe neanche qualificare maggiormente gli insegnanti per risollevare il tutto.
    Sull'uso della rete: più che sul tenere in contatto genitori ed insegnanti, lo vedrei bene nella didattica. Es.: quanti insegnanti consigliano siti attinenti la propria materia ai propri allievi? quanti usano forme anche rozze di e-learning ("se hai qualche dubbio, mi trovi dalle ore tot alle ore tot su slype/facebook/msn/etc.")? quanti forniscono materiale didattico tramite PC (slides, file audio, etc.)?
    Ma ribadisco (invecchio e, quindi, sono monotono): internet e PC e compagnia cantante, sono una gran bella cosa, ma credo che siano strumenti e bisogna vedere in che contesti vengono usati. A volte è meglio usarli, altre volte no.

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  17. bellissimo post, molto stimolante perché personale e nello stesso tempo generale. Ahhh....maledetti colloqui! io dopo averne fatti a decine non ne posso proprio più. Però ci vado uguale. Io credo che servano ai genitori ed ai docenti, non ho mai avuto l'impressione che fossero una seccatura per i docenti, anzi spesso ho l'impressione che abbiamo voglia di parlare dei ragazzi andando anche oltre il canonico "potrebbe fare ma non s'impegna". L'ultimo colloquio l'ho avuto pochi giorni or sono e l'insegnante che mi ha colpito di più è stata quella di matematica che mi ha detto, si è vero chiacchiera, ma se non lo fanno ra quando lo devono fare?!?

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  18. Le solite frasi arrivano anche qui cara Artemisia. "Ha le capacità ma non si impegna". Ormai i miei genitori ci vanno ma non mi interesso più di tanto di quel che dicano i professori, tanto, almeno da parte mia, l'impegno ce lo metto. Se poi mi comprendono bene, se invece mi paragonano a chi non studia mai... Beh allora lì mi interesso =)

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  19. Toh chi si rivede! Come va, grande Pandoro? Beh, anche mio figlio dice di essere incompreso...

    PS è inutile che scrivi "non mi aprite", lo so che sei fermo all'invasione delle tette ;-)

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  20. Servirebbero eccome... Un ragazzo nel periodo scolastico cresce insieme ai professori e ai suoi compagni. Certo che se è solo routine??? Ma perchè non cercare di ridare senso a questi strumenti? Perchè non far capire agli insegnanti che sono anch'essi "responsabili" della creescita di vostro figlio e di tutti quei ragazzi che magari hanno alle spalle genitori assenti, inadatti... senza colpa.
    Avrei molte cose da dire, ma è difficile dirlo qui. La scuola è un pezzo di società dove, oltre a "mio" filgio ci sono tutti gli altri...
    Un abbraccio

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  21. "Mio marito (che tra l'altro per un breve periodo ha insegnato) è convinto che non serva a nulla andare a parlare con i professori, soprattutto con quelli delle materie che hanno poche ore e che quindi non sono in grado di conoscere i ragazzi più di tanto."

    Epperfortuna che ha insegnato...!

    La conoscenza degli alunni non dipende dalle ore in cui l'insegnante sta con loro, ma da quanto riescono ad essere psicologi e mettersi nei loro panni e anche in quelli delle loro famiglie.
    E questo dipende dalla passione per il proprio lavoro che può portarli a conoscere e capire i propri ragazzi o bambini, indipendentemente dall materia e, ripeto, dalle ore di lezione.

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  22. Grazie, Giulia. Purtroppo non ce ne sono molte di insegnanti come te.

    Irnerio, giusto per precisare. Mio marito ha fatto da giovane qualche supplenza come ripiego in attesa di un lavoro che facesse per lui. L'insegnamento non gli è mai piaciuto e non l'hai mai considerato il suo mestiere.

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  23. Questo che dici si era capito, praticamente era quasi sottinteso.

    Nessun intento di criticare, ma soltanto di dire ciò che penso da ciò che ho visto io nella scuola.

    Comunque mi scuso con tuo marito.

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  24. Ma figurati, Irnerio. Nessun problema. Anzi, meno male tanti studenti sono stati salvati da avere un insegnante come lui, ottima persona ma e' meglio che abbia a che fare con i computer che con i ragazzi. :-)

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  25. Vedi Aretmisia. Tu dici che non ce ne sono molte insegnanti come me, e questo me lo hai ripetuto molte volte, come se io fossi "speciale" o qualcosa d'altro. Scusa la franchezza, ma non condivido questa definizione. Anche io ero costretta afare i colloqui di cui parli e che mi facevano molto soffrire. Perchè si protesta tanto per l'ambiente, per l'informazione etc e si riflette così poco sulla scuola, limitandoci a vedere solo quello che appare, lamentandoci, ma non ripensandola?nella scuola passano tutti i ragazzi, dico "tutti" e ti assicuro che tutti vorrebbero, al di là delle apparenze uscire "uomini migliori". Nella scuola si formano i futuri cittadini e non è allora un problema di tutti noi cercare di chiedere le cose che riteniamo più in linea con quella società che vogliamo?
    Non riesco ad essere ironica come qualcun altro su questo problema perchè sto sentendo cose che escono da quei luoghi che mi fanno rabbrividire.
    Se è vero che mi stimi come persona e insegnante non puoi dire che sono "unica" o quasi, devi pretendere che gli insegnanti si formino per saper gestire una classe, per saper dialogare con i ragazzi, insegnare dialogando etc. etc.
    Di essere "Unica" non mi interessa e allora ringrazio di essere uscita dalla scuola e mi chiedo perchè continuo ad occuparmene...
    Ho l'impressione che dovresti dirmi che quello che tu sai che penso e ho fatto non lo condividi, se no cominceresti anche tu a chidere cose diverse, a lottare perchè la scuola cambi come abbiamo fatto negli anni 70.
    Ma per qualcuno lì è stato l'errore.
    Scusa lo sfogo, ma mi piace la chiarezza. Perchè mi dici: grazie? Di che cosa?
    Detto questo hai sempre tutta la mia stima, ma dovremmo cominciare a discutere davvero su problemi fondamentali davvero per la democrazia.

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  26. Giulia, il grazie era per avermi lasciato il commento visto che nel post avevo sollecitato in particolare il parere degli addetti ai lavori e ti ringrazio di nuovo per questo tuo stimolante intervento.
    Hai perfettamente ragione, ma io genitore, in piedi per due ore nel corridoio affollato, lottando per far valere il mio nome scritto sulla lista della porta, trepidando perche' non compaiano quelli iscritti prima di me e perche' finalmente tocchi a me, io che entro, mi siedo e mi sento dire: "Ha un 6meno e un 5/6. Lo devo risentire per vedere se mettergli la sufficienza. Arrivederci", io CHE DEVO FARE, Giulia???
    Devo dirle: "eh no, professoressa, mio figlio non e' un numero mi dica qualcosa di piu'!"??
    Devo mettermi a raccontare com'e' mio figlio a casa (come suggerisce un'altra insegnante blogger di cui consiglio la lettura del post: http://marisamoles.wordpress.com/2009/04/04/a-colloquio-con-i-genitori/) ignorando la sofferenza dei genitori in piedi oltre la porta?

    Lo so che la scuola e' fondamentale (l'ho ripetuto tante volte) e lo so che dobbiamo lottare perche' stanno massacrando la scuola pubblica, ma nel concreto dei colloqui, che devo fare?
    Non e' che tu sei "speciale" (oddio per quel che ti conosco lo sei, ma non e' questo il punto) e' che la maggior parte degli insegnanti per sopravvivere si adegua a quello che a loro viene richiesto: adempimento della burocrazia. Punto. Questa almeno e' la mia esperienza. Certo la prof di italiano non mi ha parlato di voti ma ha fatto un ritratto psicologico di mio figlio con utili consigli, ma e' stata l'unica.

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  27. Che devi fare? Gli insegnanti si adeguano, dici e perchè adeguarsi? o scrivono come la Mastrocola, tanto ammirata, facendo un sacco di soldi e diventando un punto di riferimento perchè ha descritto lo sfacelo della scuola senza muovere un dito per i ragazzi? Se sentissi certi ragazzi che l'hannoa vuta come insegnante!!!
    Io credo che si debba fare qualcosa, non dico al colloquio, ma bisogna unirsi tra insegnanti che ancora credono in una scuola che abbia "amore" per i ragazzi, anche quelli che non amano la scuola, e genitori come te. Io faccio poco e ne sono cosciente, ma più che come insegnante cerco di farlo come "cittadina".
    E' vero tante cose sono fallite, la scuola di massa è una scuola difficile, complessa, piena di problemi e di contradizioni. Ma è la scommessa del futuro o vogliamo tornare a quella scuola che selezionava e dimezzava (nel vero senso della parola) le classi a cominciare dalle elementari.
    Questa è la scuola che vorrebbero certi insegnanti in nuova versione: dalla scuola dell'obbligo non si torna indietro, ma basta far rinascere classi speciali e differenziali sotto mentite spoglie...e fare a scuola delle "eccellenze"!! che modo di chiamare dei ragazzi, o c'è anche "cerbelli".
    Se sono così speciale dimmi cosa hai imparato da me, visto che hai letto anche il libro? Cosa condividi di quello che ho detto? Se cominci a condividere qualcosa parlane, dimmelo. E don Milani è da buttare dalla finestra come dice la Mastrocola? E' la rovina della scuola italiana?. Te lo trovo l'articolo se vuoi, come quello contro il recupero. Facile per lei essere ironica. Io non ci riesco su questi argomenti, ho in mente troppi ragazzi e le loro sofferenze, ne ho troppo rispetto per poter fare dell'ironia.
    Certo che il recupero così come l'hanno realizzato non funziona, ma perchè non si vuole recuperare nessuno... Trova per piacere qualcosa che tu vorresti vedere nella scuola, in una scuola non solo pubblica, ma anche democratica e multiculturale.
    Chi lavora con la carta e i conti deve giustamente stare attento a come lavora, e uno che lavora con "carne umana" no? Fa solo quello che può? O dentro la sua aula non può essere responsabile? se non è capace può cambiare lavoro o chiedere aiuto, invece che sentenziare contro i ragazzi. Deve farsi rispettare, certo che sì! Ma è un compito suo e ti assicuro che si può, non sono mostri (così te li dipingono i massmedia).
    Vedi uno dei motivi per cui mi ero allontanata dal blog, perchè ci sono troppe cose da discutere e si deve accettare la complessità. Ne abbiamo davvero voglia? Scusa se ti ho rotto, tu sai che ti stimo molto ed è per questo che mi sono permessa. Se è solo per questo allora anche tu sei speciale.

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  28. Scusa di che, Giulia? Ce ne fossero di commenti così!
    Sì lo ricordo l'articolo della Mastrocola contro Don Milani. Mi sembra che ne avevate discusso sul vecchio blog dell'Isola, vero? Mi colpì molto negativamente infatti.

    Perchè speciale? Perchè da quello che ho letto sul tuo blog, ma soprattutto sul tuo libro tu sei sempre stata attenta ai ragazzi come persone e non come alunni nella testa dei quali riversare nozioni, perchè si sente che tu sei "dalla loro parte" e non una controparte a cui strappare un 6 magari con l'inganno, si sente che ti interessa come sono e come possono diventare più di quello che sanno. Beh io questo nelle insegnanti che ho conosciuto l'ho percepito molto molto raramente. Sicuramente ci sarà ma non trapela.

    D'altra parte al liceo di mio figlio quest'anno sono 30 ragazzi per classe. Cosa devono fare gli insegnanti con 30 ragazzi? Chi ha 5, 6, 10 classi di 30 ragazzi come può in tre ore parlare con quasi tutti i genitori (alcuni riescono a venire la mattina ma sono pochi) dedicando loro un tempo e un'attenzione ragionevole?

    Cosa vorrei trovare nella scuola? Vorrei che accendessero nei miei figli la scintilla dell'interesse, del piacere di saperne di più, della soddisfazione di aver capito la realtà che li circonda. Trovo in loro invece un apatia demoralizzante. Di quello che fanno a scuola non gli interessa proprio nulla di nulla. Forse è colpa loro, sicuramente è l'età, però forse gli insegnanti potrebbero essere più stimolanti.
    Devo dire che alle elementari era tutta un'altra faccenda.

    Giulia, spero di non averti fatto passare la voglia di rimanere in rete. Non me lo perdonerei.
    Se vuoi, continuamo la discussione quando ci vedremo a Torino (perchè ci vedremo, parola di lupetto!)

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  29. No, non sei tu che me la fai passare. Crredo che le cose che hai detto e che vorresti per i tuoi figli sono le cose che dovrebbe dare la scuola... E bisogna dirlo, chiederlo, lottare. Io ho avuto spesso 28, 29 alunni per classe, una follia certo, ma non è impossibile essere almeno "umano"... Non parliamo dei problemi che si portano dietro... E' proprio per questo che come adulti dobbiamo fare qualcosa, almeno qualcosa...
    Ti aspetto a Torino, quando?
    Un bacione e un abbraccio

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  30. Però vieni un po' più spesso a trovarmi anche qua :)

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  31. Cara Artemisia abbi pazienza ma non entro più tutte le sere in internet;ho letto con estremo interesse il tuo post e soprattutto i commenti
    Se permetti, parto dal pensiero di Giulia e ti dico subito che la Mastracola non la leggo mai. Non mi piace per niente
    Io lavoro da troppi anni nella scuola e per quanto mi riguarda ritengo fondamentale cercare il più possibile di avere un rapporto buono con gli alunni, anche se non sempre è facile ultimamente perchè in alcune classi ci sono ragazzi molto difficili, senza regole, senza rispetto per gli altri e senza nessuna voglia di studiare
    Io preferisco i colloqui individuali, ma questi di solito si hanno con quei genitori che si chiamano per gravi motivi ...
    Nella mia scuola media i colloqui di metà quadrimestre e quelli della scheda quadrimestrale si fanno con due tre insegnanti di classe che parlano con tutti i genitori
    Di solito c'è il coordinatore di classe ma gli altri prof cambiano ogni volta
    Ai colloqui di solito noi restiamo sempre di più rispetto agli orari stabiliti, anche perchè qualche genitore che ha i figli sena problemi si ferma troppo a parlare e non puoi certo mandarlo via ...
    Altri genitori che dovrebbero venire perchè abbiamo urgente bisogno di parlare con loro invece non si presentano proprio e quindi poi li mandiamo a chiamare ( ma non tutti si presentano comunque)
    Secondo me i collloqui sono sempre utili anche se faticosi per i genitori e per noi insegnanti
    Tutti gli insegnanti, anche quelli con poche ore perchè noi abbiamo i consigli di classe e lì tutti noi insieme cerchiamo di capire gli alunni i loro problemi le loro situazioni ecc
    Un buon insegnante, anche se ha poche ore e troppi alunni, purtroppo, riesce comunque in molti casi a capire subito come è una classe e come sono gli alunni
    Trovo veramente importante anche il fatto che se vi è collaborazione tra gli insegnanti del consiglio di classe si lavora molto meglio e si riesce a trovare un migliore rapporto e con gli alunni e con i genitori
    Ma vi deve essere un aiuto anche dai genitori perchè se questi si pongono subito in antitesi con i prof o li criticano davanti ai loro figli, beh, allora sai i problemi diventano tanti e non sarà facile lavorare con serenità
    Io dico sempre ai genitori di venire a parlare subito con noi se sorgono problemi perchè così si provvede subito a trovare una soluzione
    Ma posso anche capire che chi lavora non riesce sempre a trovare il tempo per...
    Però sai io sono anche molto disponibile a parlare con i genitori perchè io cerco sempre di fare il mio lavoro con impegno e con professionalità e quindi per me è normale considerare molto importante anche il colloquio con i genitori quando è necessario
    E mi arrabbio quando i miei alunni con tante potenzialità sono svogliati e poco imegnati perchè sprecano il meglio di loro in modo superficiale ....
    Dire che possono fare di più non è negantivo , per me, ma è spiegare ai genitori che i loro figli stanno attraversando un momento di " crisi", che si spera vivamente che sia superata in fretta
    Bisogna però lavorare molto sull'autostima dei ragazzi e fare in modo che tornino ad passaionarsi allo studio ed alla cultura quando fanno meno rispetto alle loro effetive capacità
    Spero di aver dato un contributo alla tua richiesta di aiuto
    Ti aspetto anche da me, e magari con qualche commento in più
    ciao erica

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  32. Grazie, Erica, per la tua preziosa testimonianza. In effetti non avevo pensato al fatto che partecipando comunque al consiglio di classe anche i professori con poche ore potessero farsi un'idea della personalità dei ragazzi.
    Io non metto in discussione assolutamente il messaggio del "potrebbe fare di più" perchè anzi calza perfettamente su mio figlio. Semplicemente qualche volta mi piacerebbe andare oltre e magari riuscire a capire perchè non gli interessa fare di più.
    A presto.

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  33. Dimenticavo. Per Giulia ed Erica ed anche per tutti gli altri amici: scusate se sono un po' latitante sui vostri blog. Questa settimana è particolarmente intensa ma conto sul finesettimana per rimettermi in pari.

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  34. cara Arte, no problem
    io sono stata latitante sui vostri blog per quasi 2 mesi
    stavo preparando i lavori da far fare ai miei alunni per il mercatino telethon e la sera non accendevo neppure più il PC
    non so perchè tuo figlio sia svogliato
    i miei alunni sono più piccoli e spesso hanno problemi in famiglia
    non credo invece che sia il tuo caso
    a me ai vecchi tempi la prof di filosofia diceva che avrei potuto fare di più
    il guaio era che a me non piaceva granch'è lei, anche se mi ha insegnato la psicologia per due anni in modo fantastico
    ma non la filosofia però
    credo che occorrano anche delle affinità elettive con i prof e viceversa
    ciao buon fine settimana erica
    qui sta iniziando a nevicare ahimè

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  35. Sono ancora qui, l'argomento mi stuzzica troppo lol. Artemisia, vorrei rispondere alla tua commentatrice Giulia.

    Giulia, condivido quasi tutto ciò che dici; ma penso che l'ironia sia invece un'arma importante per affrontare l'insegnamento, i problemi della scuola di oggi; per dialogare con i ragazzi stessi, che in genere sono molto ironici. Più la situazione è "drammatica", più è importante, secondo me, non prendersi eccessivamente sul serio (mentre i ragazzi vanno sempre presi sul serio: per questo anch'io detesto le facilissime ironie su di loro, del tipo "Io speriamo che me la cavo".)
    Ne ho parlato anche nel mio blog citando la massima inglese che adoro: "Do not think, because I am frivolous, that I am foolish..." ("non pensare, perché sono frivolo (nel senso di scherzoso) che io sia sciocco..." con quel che segue.
    Credo molto in questa cosa: più ironia, forse anche più umiltà; tutto quel senso della propria importanza che hanno alcuni miei colleghi, vorrei tanto che lo rivolgessero invece ai ragazzi.
    Avendo dato una "scorsa" al tuo blog, sono certa che sarai d'accordo con me. Con stima, ciao. Titania

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