martedì 29 dicembre 2009

Parole da salvare

Nelle nuove edizioni dei dizionari ci aspettiamo di trovare i cosiddetti neologismi. E infatti nell'ultimo Zingarelli fanno la loro entrata 1200 parole nuove come videofonini, cartolarizzazione, bipartisan. Fin qui niente di speciale. Apprendo invece, con una punta di apprensione, che lo Zingarelli ha deciso di contrassegnare con un fiore (nel senso di seme di carte da gioco) 2800 parole "da salvare", dette anche "parole panda". Nella puntata di Fahrenheit Radio3 "Le parole tra noi leggere", il prof. Mario Cannella, lessicografo e responsabile delle revisioni del noto dizionario, spiega che non si tratta di ripescare parole in disuso o arcaiche come guardavia o dozzinante, bensì di salvaguardare la glottodiversità. In effetti nel linguaggio veloce odierno la lingua italiana si sta appiattendo e impoverendo con l'uso delle solite due o tremila parole rinunciando così alle sfumature e alla ricchezza che il nostro idioma può avere.
Ecco allora l'invito a non accontentarsi della prima parola che ci viene in mente ed ecco perché impegnarsi ad utilizzare termini come: beffardo, sardonico, ondivago, sornione, smargiasso, vanesio, sciatto ed altre che trovate nell'esilarante articolo di Paolo Foschini su Corriere.it.
Voi le avreste considerate parole a rischio di estinzione? Io no, francamente, ma se è così diamoci da fare (in attesa che alla nostra amica Marina torni la voglia di regalarci altri post sull'argomento).

11 commenti:

  1. leggendo l'articolo ci siamo fatti delle belle risate...
    su ondivago tentenno anch'io però...

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  2. ha, proporrei anche una difesa del pronome(?) femminile, io almeno ad un'amica ancore LE presto un libro, e non GLI presto...

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  3. io voglio difendere anche il "lei", basta co' 'sto "tu" così gggiiioovanee !!!

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  4. D'accordo su tutto.
    Beh neanche io uso quotidianamente beffardo o smargiasso, perche' e' vero che per pigrizia si usano sempre le stesse parole. I miei figli in particolare dicono un c..o ogni due parole e un vaff ogni tre. :-(

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  5. Natoli dice anche che ci sono parole che si ammmalano, che vengono usate in modo improprio e di cui si perde il signifiato più profondo. pensa alla parola "libertà" e poi dimmi cosa ne abbiamo fatto?

    Un abbraccio e buon anno

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  6. ciao amica, ho detto che le avrei riportate tutte e lo farò!
    marina, in lenta risalita
    PS auguri auguri e abbracci

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  7. Marinaaa!!! Che piacere!
    Ti aspettiamo.
    Baci!

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  8. Auguri, per un Nuovo Anno ricco di serenità e salute.
    Un abbraccio affettuoso.
    annamaria*

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  9. Dubbio: forse una cosa è l'impoverimento di una lingua ed un'altra è il "salvare" parole che appartengono al passato. Una lingua si evolve (anche) e, quindi, non credo sia necessario salvare "embricato" o "allettamento" per salvare la ricchezza di una lingua. L'impoverimento credo si verifichi non tanto quando non si conservano parole, ma (forse) sopratutto, quando non si inventano nuove parole.
    Per varie ragioni ho assistito alla/e trasformazione/i del dialetto napoletano (che, è bene ricordarlo, non è un unico dialetto), in molti casi si è impoverito, in altri contaminato ed arricchito; giova ricordare però che in napoletano "parlamento" o "spinterogeno" non possono essere tradotti.

    Altri esempi che mi vengono in testa
    - il pidgin english
    - i vari slang afro-americani
    - la lingua gestuale dei sordomuti

    sono tutte lingue "inventate", nuove, etc. eppure vengono usate per comporre poesie, canzoni, etc.

    Ciao a tutti

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  10. Ma nessuno nega l'importanza dei neologismi, credo, e nemmeno si pensa di ripescare parole arcaiche. Qui si sta parlando del fatto che si usa sempre le stesse parole. "Vanesio" ti sembra una parola arcaica, per esempio?

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  11. Liber mi associo alla proposta di tutela del pronome. Che mi dite del pronome della terza persona plurale "LI" sparito anche lui in favore di gli: (ai nonni) GLI ho dato un libro...
    brrrr

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